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Anche grazie alla campagna online lanciata da OnData, sabato 7 marzo la Protezione civile ha implementato una mappa sul modello di quella della John Hopkins, consultabile anche da mobile. Inoltre ha aperto un repository su GitHub dove pubblica tutti i dati raccolti in queste settimane. Uno sforzo di trasparenza importante, ma che per i primi due giorni ha avuto l’effetto collaterale di rallentare la pubblicazione dei dati. Inoltre, come segnalato da alcuni utenti su Twitter, nelle prime versioni il database presentava alcuni errori sul numero dei casi. Oltre allo sforzo, con l’auspicio che i tempi di pubblicazione possano via via velocizzarsi, va riconosciuto il fatto che la Prociv ora pubblica anche la serie storica dei dati relativi al contagio, un elemento importante per chi volesse ricostruire l’andamento dell’epidemia nel corso delle ultime due settimane. Rimane però il fatto che sul fronte della comunicazione dei dati da parte delle istituzioni restano margini di miglioramento. Tanto più importanti da colmare quanto più si pensa che siamo di fronte ad una situazione inedita per la stragrande maggioranza della popolazione. E che un’informazione non puntuale, lo si è visto quando i supermercati e le stazioni sono state prese d’assalto, può generare il panico.
Come funziona. Gli utenti possono scaricare i dati – forniti dal Ministero della Salute – in formato aperto, corredati di licenza CC-BY e di metadati, in conformità a quanto previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale. L’applicazione Web è stata realizzata utilizzando la piattaforma ArcGIS Online di ESRI ed è disponibile in due versioni: mobile e desktop. I dati vengono aggiornati giornalmente alle ore 18, in contemporanea alla conferenza stampa che viene trasmessa attraverso i canali social del Dipartimento della Protezione Civile.