Mancano nove sedute per stabilire se il primo del 2020 sarà o meno il peggiore trimestre della storia della finanza. A meno di virate in positivo degli indici, però, tutto lascia presagire che dovremo scrivere di un nuovo, pessimo, primato.
Nonostante già a metà gennaio sui media occidentali iniziarono a circolare le notizie sulla diffusione di un virus sconosciuto a Wuhan, almeno fino al 23 dello stesso mese gli investitori non ne avevano ancora ben compreso la portata.
Cresciute molto nei periodi precedenti, tutte le borse mondiali stavano procedendo in tranquillità. A quella data il Nasdaq, migliore listino tra quelli presi in considerazione nell’Info Data qui sopra, aveva guadagnato il 5,8% rispetto alla chiusura del 2019. Il CSI300 di Shanghai era stato invece il peggiore ma senza un tracollo, ottenendo un modesto -1,9%.
Nel periodo seguente, fino al 6 marzo, le borse virano in rosso. Gli operatori capiscono la gravità della situazione, il pericolo per l’economia mondiale che deriva dalle necessarie misure di contenimento dell’epidemia e l’effetto domino che avrebbe condotto ad una recessione globale.
Nel frattempo a soffrire meno, dopo i forti cali iniziali e le giornate di chiusura, sono proprio i listini asiatici. Addirittura Shanghai guadagna il 3,4%, mentre in Europa le borse perdono terreno: Atene scende del 27,9%, Parigi e Londra del 13,9% e Berlino del 13,8%.
Nella seduta del 9 marzo la situazione precipita: Milano, la peggiore, chiude a -11,2%, seconda solo ad Atene. E, solo tre sedute dopo, un nuovo affondo per Piazza Affari: -16,9%. Complessivamente, in questo terzo periodo di inizio anno considerato, Lo STOXX 600 lascia sul terreno quasi un quarto del suo valore e l’S&P 500 il 15%.
Il mercato cinese, quindi, è quello che alla fine ha retto meglio, nonostante abbia innescato la crisi. Il contagio, partito da Wuhan, non ha solamente colpito le persone ma anche la finanza di tutto il mondo. E in Cina, per ora, le cose sembrano andare decisamente meglio, così nella lotta alla malattia come in borsa.
I dati relativi alle borse statunitensi, per motivi di fuso orario, sono aggiornati alle chiusure del 17/03.