Con 10.054 persone positive al tampone, l’Emilia Romagna è la seconda regione italiana per diffusione del Covid-19 in termini assoluti. L’incidenza è pari a 22,5 casi accertati ogni 10mila abitanti. Casi accertati perché, come affermato dallo stesso responsabile della Protezione civile Angelo Borrelli, è credibile che i contagi reali siano molti di più. Ipotesi ancora più credibile se si tiene conto che l’Emilia Romagna ha effettuato circa la metà dei tamponi del Veneto, che pure ha una popolazione paragonabile.
Speculazioni a parte, Infodata ha ricostruito l’andamento dell’epidemia utilizzando i bollettini che la regione pubblica quotidianamente sul proprio sito. In questo grafico è possibile osservare l’andamento dei contagi nelle otto province:
Il filtro in basso (o in alto a sinistra per chi legge da desk) permette di selezionare una o più province. La linea spezzata fa riferimento alla provincia di Parma, per la quale il 18 marzo non sono disponibili i dati. Questo spiega l’interruzione della linea che rappresenta l’andamento dei contagi.
La situazione peggiore si registra in provincia di Parma, dove peraltro all’inizio dell’epidemia sono stati ricoverati alcuni pazienti originari della provincia di Lodi, uno dei focolai originari. Attenzione: nessuno sta sostenendo che sia questo il motivo per cui il virus si è diffuso in Emilia Romagna. Meno grave, al momento, la situazione nei territori di Forlì, Cesena, Ravenna e Ferrara, dove i contagi sono, mentre scriviamo, al di sotto delle 500 unità.
Questo grafico mostra invece l’andamento quotidiano dei positivi, ovvero il numero di nuovi casi di contagio registrati quotidianamente.
Ogni colonna rappresenta un giorno, più è alta maggiori sono i contagi. Il filtro in basso (o in alto a sinistra per chi legge da desk) consente di selezionare il territorio di una singola provincia.
L’indicazione è ovviamente quella di evitare di ipotizzare tendenze confrontando quanto accade in un giorno con ciò che avviene il successivo. Il trend generale, come si vede, è in aumento. Ad oggi la giornata peggiore è stata il 23 marzo, quando si sono registrati 880 nuovi casi.
Un altro tema che è possibile approfondire utilizzando i dati che la regione fornisce su base provinciale è quello relativo alla letalità apparente, ovvero la percentuale di persone positive che muoiono sul totale dei contagiati. Apparente perché, come detto, è altamente probabile che l’effettivo numero di persone che hanno contratto il Covid-19 sia più alto di quello censito dalle autorità. Ecco la situazione in Emilia Romagna:
Il colore delle province, quello che si muove sulla scala di grigi, indica il numero assoluto di casi positivi sul territorio. Le dimensioni e il colore delle bolle, invece, indica la letalità apparente. Un valore che oscilla tra il 19% della provincia di Piacenza, dove detto altrimenti un malato su cinque non sopravvive, al 2,88% della zona di Forlì e Cesena.
È bene specificare che per ricostruire la serie storica è stato necessario integrare i dati forniti dalla regione, che nel bollettino del 10 marzo non li indicava. Sono stati però pubblicati dalla testata locale Reggio Sera.
Un ultimo tema da tenere in considerazione per dare conto dell’impatto dell’epidemia riguarda la saturazione dei reparti di terapia intensiva. In questo caso non è disponibile un dato provinciale, ma solo quello regionale fornito dalla Protezione civile. Al 25 marzo erano 294 le persone ricoverate in questi reparti in Emilia Romagna.
Per calcolare la saturazione, occorre capire quanti siano però i posti a disposizione. Nel 2017, secondo dati disponibili sul sito del ministero della Salute, i letti disponibili in regione erano 345. Alla luce dell’emergenza, però, la regione li ha incrementati, arrivando fino a 508. Il risultato è che, alla data del 25 marzo, poco meno del 58% di questi posti letto è occupato da pazienti positivi al Covid-19.
Questa, nei numeri, la situazione dell’epidemia in Emilia Romagna. Come detto, Infodata ha ricostruito i dati estraendoli dal bollettino testuale che la regione pubblica quotidianamente sul proprio sito. Il dataset elaborato è consultabile e scaricabile a questo link che Infodata rende disponibile con l’auspicio che anche a Bologna si possa prendere in considerazione l’idea di pubblicare i dati in formato aperto, sul modello inaugurato dalla Protezione civile.