Ieri sui cieli europei hanno volato appena 4096 velivoli. Un crollo verticale. Più dell’80% in meno rispetto a un anno fa. I numeri di Eurocontrol, l’organizzazione intergovernativa che coordina il controllo del traffico aereo nel Vecchio Continente certificano il calo più drastico dai tempi dell’11 settembre. I nostri cieli hanno cominciato a sgombrarsi a partire da febbraio quando sono iniziate le prime misure di lockdown dalla Cina. Poi progressivamente sono stati cancellati prima gli eventi internazionali come le fiere o i saloni poi contestualmente hanno chiuso scuole e aziende. A marzo il blocco si è esteso come il contagio a tutto il mondo. Nello stesso mese metà della popolazione mondiale si è chiusa in casa.
La mappa di Eurocontrol mostra cosa è successo nei cieli sopra le nostre teste dalla fine di marzo dell’anno scorso al 29 marzo 2020.
I numeri. Gli unici voli ancora attivi sono quelli per il rimpatrio dei connazionali, quelli per l’emergenza sanitaria e i cargo. Un esempio è Aeroporti di Roma (ADR), la società che gestisce gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Come ha scritto Linkiesta è passata da un tasso di 1100 movimenti al giorno fra decolli e atterraggi e un flusso di 120mila passeggeri al giorno, a meno di 100 movimenti e circa 4000 passeggeri. Le perdite del settore sono state valutate in 113 miliardi di dollari dalla Iata, la sigla che rappresenta quasi il 90% delle compagnie. Settantasei miliardi di dollari solo per l’Europa e un calo dei passeggeri del 46% anno su anno. Le proiezioni, sempre di Iata, indicano una perdita di posti di lavoro senza interventi finanziari di 5,6 milioni di unità solo in Italia. L’analisi economica condotta da Airports Council International (ACI) World ha rilevato che, a livello globale, si prevede che la pandemia di COVID-19 eliminerà i due quinti del traffico passeggeri e quasi la metà dei ricavi degli aeroporti nel 2020. In un bollettino economico ACI World prevede che il traffico passeggeri globale vicino ai due quinti (38,1%) andrà perso rispetto al dato pre-COVID-19 previsto. Ciò equivale a 3,6 miliardi di passeggeri in termini assoluti.
In aprile gli aerei a terra. Ad oggi sappiamo che sono stati cancellati il 60% dei collegamenti in Europa, il 45% in medio oriente, solo nella regione dell’Asia e del Pacifico si registrano cali più contenuti.
E adesso? L’Ue sospenderà almeno fino al 24 ottobre 2020 i requisiti in materia di slot orari aeroportuali che obbligano le compagnie aeree ad utilizzare almeno l’80% delle rispettive finestre orarie di decollo e atterraggio per poterle mantenere l’anno successivo. La deroga, proposta dalla Commissione per aiutare gli operatori ad affrontare il drastico calo del traffico aereo causato dalla crisi da coronavirus, è stata già approvata dall’Europarlamento ed è stata adottata anche dal Consiglio.