Gli analisti l’hanno definita la tempesta perfetta. Con oltre centomila decessi per Covid-19, più di un milione di positivi e oltre 20 milioni di persone che hanno perso il lavoro (il tasso di disoccupazione è il più alto dal dopoguerra) la morte di George Floyd per mano delle forze dell’ordine ha incendiato un Paese da sempre diviso e diseguale riportando la questione razziale al centro del dibattito. Secondo uno studio di Pew Research Center più di 150 anni dopo che il 13 ° emendamento abolì la schiavitù negli Stati Uniti, la maggior parte degli adulti statunitensi afferma che l’eredità della schiavitù continua ad avere un impatto sulla percezione della comunità afroamericana nella società di oggi. Più di quattro su dieci affermano che il paese non ha compiuto progressi sufficienti verso l’uguaglianza razziale e c’è un certo scetticismo, in particolare tra i neri, secondo cui i neri avranno mai uguali diritti con i bianchi.
Per contestualizzare con qualche dato quanto sta accadendo ecco tre mappe e tre link che ci possono aiutare a capire quanto sta accadendo.
1) La mappa dell’odio.
Negli Stati Uniti ci sono 917 gruppi organizzati che inneggiano all’odio razziale. “Hate groups” li definisce il Southern Poverty Law Center che li ha inseriti in un’unica mappa. I dati arrivano al 2019 e sono scaricabili. La cartina che, Stato per Stato, rappresenta il lato peggiore della nazione più potente del mondo. Il Southern Poverty Law Center è una organizzazione non-profit che si occupa del monitoraggio delle attività dei gruppi di “haters” degli Stati Uniti. Dal Ku Klux Klan al movimento neo-nazista. SPLC dichiara di tenere sotto traccia 1.600 gruppi estremisti che operano in tutto il Paese. 940 solo nel 2019.
2) Bianchi e neri nei quartieri.
Più scenografico è il progetto dello statistico Nathan Yau di FlowingData. Ha utilizzato i dati aggiornati dell’American Community Survey quinquennale del 2018. Sarebbeuna ricostruzione del progetto di Jim Vallandingham del 2011, che si basa sulla mappa diretta dalla forza di Mike Bostock . Maggiore è la differenza nella popolazione da bianco a nero tra due aree vicine, maggiore è la distanza. Qui trovate l’animazione.
Le città sono state scelte in base all’indice di integrazione-segregazione FiveThirtyEight .
3) La segregazione razziale, il racconto visual.
I dati non sono aggiornati ma il progetto è che trovate qui è quello di illustrare un fenomeno più che di misurarlo. Nasce da un ricercatore dell’Università della Virginia che alcuni anni fa ha pubblicato una mappa online con un punto per persona in tutti gli Stati Uniti – oltre 320 milioni di punti – con codice colore secondo le principali categorie del censimento per razza ed etnia: una blu punto per persona bianca, un punto verde per persona nera, un punto rosso per persona asiatica e un punto giallo per persona ispanica (fai clic e trascina la mappa per esplorarla in dettaglio):
Queste mappe sono state uno spunto interessante per università ed esperti di dati per studiare e tracciare la divisione nei quartieri in base alla razza e ai redditi. sono nate numerose elaborazione che descrivono le città americani come ghetti in cui esiste una chiara correlazione tra colore della pelle e denaro. Uno degli studi più interessanti sotto questo punto di vista lo trovate su Pew Research. Race in America 2019 è una narrazione di dati e sondaggi sulla segregazione Usa. Qui la sezione dedicata alla disuguaglianza. Online c’è anche la possibilità di scaricare numerosi dataset utilizzati per il progetto.