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Risorse e infrastrutture sappiamo essere indicatori chiave per misurare la reazione di un Paese all’epidemia del Covid-19. L’accesso all’elettricità per quanto possa sembrare una banalità per chi vive nelle nazioni più sviluppate è una condizione di partenza imprescindibile per affrontare qualsiasi tipo di emergenza sanitario. Ebbene, secondo Tracking SDG 7: The Energy Progress Report (2020) pubblicato dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena), la Divisione statistica delle Nazioni Unite, la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale della sanità, quasi 790 milioni di persone in tutto il mondo non hanno accesso all’elettricità. I dati sono del 2018. Il dato è in calo rispetto a 1,2 miliardi nel 2010. Ma 790 milioni senza corrente elettrico è un numero che fa rabbrividire e rappresenta uno svantaggio significativo quando si tenta di affrontare il Covid-19. Per essere più espliciti, si stima che 620 milioni di persone non avranno ancora accesso all’elettricità nel 2030, l’85% nell’Africa subsahariana.
L’SDG 7 richiede l’accesso universale all’energia entro il 2030. Ricordiamo che l’accesso all’energia è il Sustainable Development Goal numero 7, l’obiettivo di sviluppo sostenibile numero sette dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. Per approfondire come siamo messi in Italia su Infodata ci siamo occupati del tema qui. Nel 2019 l’Italia ha raggiunto 12 dei 105 target previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
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Sul sito del Sole 24 Ore.com è stata aperta una sezione dedicata alla sostenibilità .
Quindi se è vero che si è ridotto di molto il numero di persone in tutto il mondo che non hanno accesso all’elettricità, è aumentata la quota di energia rinnovabile usata per la generazione di elettricità e miglioramenti nell’efficienza energetica. Come scrive lo studio della Banca Mondiale gli sforzi a livello globale per raggiungere gli obiettivi chiave dell’agenda 2030 rimangono insufficienti.
Come mostra la grafica di Statista la cucina pulita è un altro fattore che può aiutare contro il virus. Ol rapporto mostra che 2,8 miliardi di persone nel mondo non hanno “accesso” a una cucina pulita (clean cooking), in calo rispetto ai 3 miliardi del 2010. Per cucina pulita non si intende una cucina spolverata bene e in ordine. Cucinare in modo pulito vuole dire ad esempio sostituire il focolare aperto con una piccola stufa efficiente Il 38% della popolazione mondiale, pari a 2,6 miliardi di persone nel mondo, cucina sul fuoco aperto all’interno della propria casa e brucia legna pregiudicando la propria salute e provocando danni all’ambiente. “Ci sono altri aspetti estremamente gravi – dichiara Heather Adair-Rohani dell’Oms – Non dimentichiamo che a causa di questo modo di cucinare e scaldare la principale causa di morte dei bambini al di sotto dei 5 anni sono le malattie polmonari e si calcola che i fumi inalati all’interno delle case provochino circa 4.000.000 di decessi all’anno”
Anche l’energia rinnovabile è stata al centro del rapporto e i risultati mostrano che, nonostante i progressi, c’è solo una differenza dell’1% tra il 2010 e il 2018 nel consumo totale di energia globale da fonti rinnovabili. Per coloro che non hanno accesso all’elettricità e alla cucina pulita, l’energia rinnovabile potrebbe essere un percorso per ottenere in sicurezza queste risorse essenziali. Tuttavia, i progressi nell’infrastruttura delle energie rinnovabili e i costi elevati hanno impedito una grande crescita negli ultimi dieci anni.