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Noi siamo gli oggetti che compriamo? Conseguenze del lockdown e memorie di consumismo

 

 

Un prima e un dopo. Psicologi, sociologi e antropologi sono tutti convinti che il lockdown ci abbia cambiato. Dentro e fuori. In modo più o meno cosciente. Gli indizi di questa presunta mutazione sono sotto i nostri occhi. Hanno la forma dei nuovi oggetti, gadget e dispositivi che sono entrati a fare parte del nostro quotidiano tra la fine di febbraio e la metà di maggio.

Alcuni di loro con la Fase 2 resteranno un ricordo impolverato, una madeleine buona solo per fare riaffiorare ricordi scomodi e ansiogeni. Altri rappresenteranno forse un nuovo inizio, simboli di scelte di vita che magari hanno trovato proprio il confinamento come pretesto per dare un senso nuovo alla esistenza.

Sono prodotti arrivati nelle nostre case a volte come espressione di potenza del commercio elettronico o come conseguenza di giornate di shopping compulsivo. Come archeologi moderni proviamo a classificare questi prodotti, ad accettarli e ad abbracciarli fortissimo.
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