Il modo in cui i risultati lavorativi dei laureati nelle diverse discipline sono cambiati nel tempo possono essere esplorati nel grafico interattivo che segue, in cui è possibile selezionare uno o più ambiti e guadare a quanto spesso i neo-laureati lavorano e quanto guadagnano in media.
Per citare un caso rispetto alla situazione attuale, già non esattamente rosea, chi ha studiato Legge nel 2010 e negli anni subito dopo aveva un posto ancora meno spesso, praticamente una volta su due, e con uno stipendio medio inferiore a mille euro al mese. Soltanto di recente le cose sembrano essere migliorate sotto entrambi i fronti, per quanto questa resti ancora una disciplina che porta a risultati ancora ben inferiori rispetto alla media nazionale.
I laureati in filosofia hanno visto una sostanziale perdita di reddito dal 2010 al 2013, per poi risalire in maniera costante negli ultimi tempi restando sempre con un tasso di occupazione fra il 70 e l’80%.
Un ultimo punto da ricordare quando parliamo di stipendi è che i valori riportati da Alma Laurea sono nominali, a intendere che non tengono in conto dell’aumento del costo della vita causato dall’inflazione. Certo essa ultimamente è stata piuttosto bassa, ma comunque dal 2010 al 2019 il costo della vita è aumentato di circa il 10%, e così l’identico stipendio compra oggi meno beni e servizi rispetto ad allora. Al contrario, se in questo periodo un reddito non è aumentato di almeno il 10% la persona in questione è in realtà diventata più povera.
Per esempio sia i laureati in filosofia che in ingegneria informatica rispetto al 2010 guadagnano tecnicamente di più, ma si tratta di aumenti in linea appunto con la crescita del paniere di beni e servizi, per cui il loro tenore di vita resta grosso modo identico. Diverso è il caso di chi ha studiato economia, il cui stipendio medio dal 2010 è cresciuto solo di qualche decina di euro, e chi quindi si è laureato in questa disciplina ha visto ridursi il proprio tenore di vita reale.
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