Scrive su Twitter Nate Silver che Joe Biden potrebbe trovarsi nella spiacevole situazione di vincere il voto popolare ma non essere eletto presidente. Sì, proprio come accadde quattro anni fa ad Hillary Clinton. Tutto sta nel distacco da Donald Trump: vincesse di almeno sei punti, il candidato democratico sarebbe il 46simo presidente degli Stati Uniti. Se invece il vantaggio scendesse sotto i tre punti, è più probabile che a vincere sia l’attuale inquilino della Casa Bianca.
La buona notizia, per Biden, è che al momento il modello di Silver lo dà in vantaggio di 6,3 punti rispetto all’avversario. Tanto che secondo il fondatore di FiveThirtyEight.com il candidato democratico ha poco meno del 71% di possibilità di vincere le elezioni del prossimo 3 novembre.
Da notare che la scorsa settimana l’ex vicepresidente ha recuperato il rimbalzo positivo per Trump seguito alla convention repubblicana, riportando le proprie chance di vittoria al di sopra del 70%. Il tutto al termine di una settimana che ha visto ancora scontri legati alle proteste del movimento Black lives matter. E che si è conclusa con un servizio del The Atlantic secondo il quale il candidato repubblicano avrebbe definito «sfigati» i soldati morti in guerra. Possibile, nel paese il cui presidente viene definito commander in chief, che questo abbia fatto perdere consensi a Trump?
Intanto anche le previsioni dell’Economist, che dal 25 agosto vedevano continuamente ridursi la distanza tra i due candidati, tornano a segnare una crescita nelle possibilità di Biden di essere eletto alla Casa Bianca.
Anche secondo questo modello, per tornare al tweet di Silver, Biden è accreditato di una vittoria con 7 punti percentuali di distacco nel voto popolare. Una distacco che dovrebbe garantirgli la certezza di essere eletto presidente. In controtendenza invece le previsioni del JHK Forecast di Jack Kersting, che continua a veder risalire le quotazioni di Trump.
Certo, rimane un abisso tra i due candidati. Ma intanto questo modello conferma la risalita di Trump iniziata dopo la convention del Gop. Va detto, però, che il giovane studente dell’Università dell’Alabama ha aggiornato i dati solo fino al 4 settembre, il giorno successivo all’articolo dell’Atlantic. Posto che questo pezzo abbia spostato le intenzioni di voto degli americani verso Biden, è possibile che ancora questo modello non ne dia conto.
Questa, infine, la mappa delle previsioni Stato per Stato costruita a partire dai dati raccolti da Nate Silver.
Come si vede, anche perdendo in North Carolina, Florida e Arizona, i tre Stati oggi maggiormente in bilico, Biden potrebbe riuscire ad ottenere i 270 grandi elettori necessari per essere eletto presidente. La strada, però, è ancora lunga: Infodata continuerà a raccontarvela usando i dati lunedì prossimo.
Metodologia
FiveThirtyEight utilizza i dati di sondaggi nazionali e locali, unendoli ad alcuni indicatori di natura economica, ed effettua 40mila simulazioni del risultato elettorale.
L’Economist affianca ai sondaggi quelli che le scienze politiche definiscono fattori strutturali, come ad esempio il maggior interesse verso le elezioni a mano a mano che ci si avvicina al voto.
Il JHK Forecast ai sondaggi e agli indicatori economici unisce la tendenza storica di un singolo Stato a votare democratico o repubblicano. I risultati sono simulati 20mila volte.