L’economia globale può sembrare un concetto astratto. Non lo è, anche quando si contano soldi nell’ordine del trillione che per negli Usa e nel mondo anglosassone equivale a 1000 miliardi. In questa infografica che usa quella che in matematico è definito il diagramma Voronoi dal nome di Georgij Voronoi viene rappresentato il Pil (prodotto interno lordo) delle economie mondiale in data 2019, quindi ancora in epoca pre-Covid-19. I dati sono della Banca Mondiale e l’infografica è stata realizzata da HowMuch. Volendo usare un numero di sintesi la ricchezza globale generata è pari a 87,8 trilioni.
Si distinguono bene gli Stati Uniti, la Cina, la Germania e il Giappone. Quest’anno cambierà tutto. O quasi. Magari non nelle proporzioni ma sicuramente nei numeri assoluti. Secondo la Banca Mondiale almeno 100 milioni di persone potrebbero scivolare in una condizione di povertà estrema sempre a causa della pandemia Covid-19. Ricordiamo che sono 100 milioni di persone costrette a vivere con meno di 1,90 dollari al giorno.
La contrazione del Pil nel 2020
Nel secondo trimestre Ocse indica un record negativo di -6,9% del Pil nel G20, dopo -3,5% nel primo trimestre. Si tratta di un andamento decisamente peggiore rispetto alla crisi finanziaria, quando il Pil del G20 aveva segnato un punto di caduta massimo dell’1,6% nel primo trimestre 2009. Tra i Paesi dell’area solo la Cina e’ riuscita a chiudere il secondo trimestre 2020 con una crescita del Pil (+11,5%), essendo entrata prima degli altri Paesi nella crisi (-10% nel primo trimestre) e avendo quindi iniziato prima la ripresa. Esclusa la Cina, la flessione media del Pil degli altri Paesi del G20 e’ stata dell’11,8% nel periodo tra aprile e giugno, quando le ricadute della pandemia sono state piu’ pesanti. Il calo piu’ ampio e’ quello dell’India (-25,2%), seguita dal Regno Unito (-20,4%). L’arretramento e’ stato netto anche in Messico (-17,1%), Sud Africa (-16,4%), Francia (-13,8%), Italia (-12,8%), Canada (-11,5%), Turchia (-11%), Brasile e Germania (entrambe -9,7%), Stati Uniti (-9,1%), Giappone (-7,95), Australia (-7%) e Indonesia (-6,9%). La contrazione e’ stata meno pronunciata in Corea e Russia (-3,2% entrambe). Per l’area Ocse (cioe’ i soli Paesi industrializzati), il calo del Pil trimestrale risulta del 10,6%. Su base annua, il Pil del G20 e’ diminuito del 9,1% nel trimestre a giugno, dopo essere calato dell’1,7% nel precedente. Tra i Paesi del G20, la Cina ha segnato la performance migliore (+3,2%), l’India la peggiore (-23,5%), seguita dal Regno Unito (-21,7%)
Alcune conseguenze
Come abbiamo letto la contrazione del Pil globale rischia di essere a due cifre e di invertire i recenti progressi nella riduzione del numero delle persone più povere del mondo. Un totale di mezzo miliardo di persone potrebbe essere spinto in povertà dal COVID-19.
In un rapporto pubblicato il 9 aprile, l’organizzazione stima che fra il 6 e l’8% della popolazione mondiale rischia la povertà in seguito al blocco delle attività economiche deciso per cercare di contrastare la diffusione del virus.
Secondo i calcoli dell’organizzazione, nel 2020 mancheranno all’appello ben 3.400 miliardi di dollari di reddito da lavoro nel 2020. Ben 2 miliardi di persone lavorano in nero e solo 1 disoccupato su 5 ha diritto a una qualche forma di indennità. Anche in Italia, prosegue l’analisi di Oxfam, ci sono milioni di lavoratori precari che sono esclusi dagli aiuti la contrazione dei consumi e redditi causata dallo shock pandemico rischi di ridurre in povertà tra il 6 e l’8% della popolazione mondiale.
Dei 176 milioni con un reddito inferiore a 3,20 dollari al giorno, due terzi si trovano nell’Asia meridionale. Solo una robusta ripresa globale invertirà questa tendenza.