In un ormai celebre reportage dalla quarantena di Pechino, Sébastien Le Belzic racconta come nei giorni duri del contagio, i pechinesi potessero navigare una mappa sui loro smartphone per vedere la diffusione del virus strada dopo strada. In Occidente una cosa simile, nonostante la pandemia ci abbia colpito duramente, non si è mai vista. Eppure qualcosa potrebbe succedere. Perché Google, che delle mappe è diventata in fretta leader globale, sta per rilasciare un aggiornamento di Maps molto significativo.
Ad annunciarlo è la stessa società di Mountain View, con un post sul blog ufficiale a firma di Sujoy Banerjee, Product Manager di Google Maps: «Questa settimana introduciamo il livello Covid in Maps, uno strumento che mostra informazioni critiche sui casi di Covid-19 in una determinata area, in modo da poter prendere decisioni più informate su dove andare e cosa fare».
Come funziona
Per attivare questa funzione, che dovrebbe essere rilasciata nelle prossime ore sia per iOS che per Android, servono pochi passaggi. All’apertura di Maps sarà necessario toccare il pulsante dei livelli in alto a destra dello schermo, e fare tap su “COVID-19 info”. Apparirà la media settimanale dei nuovi casi per 100mila abitanti nell’area che si sta guardando, e una freccia indicherà se il numero di nuovi contagi è in aumento o in diminuzione. La codifica a colori aiuta anche a distinguere facilmente la densità dei nuovi casi in un’area. I dati sui casi di positività sono visibili a livello di Paese per tutti i 220 Paesi e territori che Google Maps supporta, insieme ai dati di Stato, Provincia e città, se disponibili.
Per comprendere la diffusione dell’epidemia con un colpo d’occhio, inoltre, le aree della mappa saranno colorate in modo diverso: grigio per meno di un 1 caso su 100mila abitanti, giallo fino a 10 casi, arancione fino a 20, arancione scuro fino a 30, rosso fino a 40 e rosso scuro oltre i 40 casi.
I dati presenti nel livello Covid introdotto din Google Maps, provengono da diverse fonti autorevoli, tra cui Johns Hopkins, il New York Times e Wikipedia. Queste fonti ricevono dati da organizzazioni sanitarie pubbliche come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i ministeri della Salute, le agenzie sanitarie statali e locali e alcuni grandi ospedali. «Molte di queste fonti – ha detto Banerjee – già alimentano le informazioni sui casi Covid in Search (visibili qui ndr), e stiamo ora espandendo questi dati a Google Maps. La nostra speranza – dicono da Big G – è che queste funzionalità di Google Maps vi aiutino ad arrivare dove dovete essere nel modo più sicuro ed efficiente possibile»
E’ iniziata una nuova rubrica di Info Data per segnalare novità e nuove policy sui dati sia in ambito pubblico che privato. Se avete segnalazioni scriveteci infodata@ilsole24ore.com