Il primo a farlo notare è stato The Cook political report, un network di giornalisti indipendenti che produce una newsletter dedicata alla politica americana. Un’analisi che Thomas B. Edsall, decano del giornalismo politico americano, ha ripreso nel suo editoriale settimanale sul New York Times. Il tema è che se Donald Trump è indietro nei sondaggi e nei modelli predittivi, invece è avanti nella corsa relativa alla registrazione degli elettori.
Un dato doppiamente significativo. Intanto perché riguarda alcuni Stati considerati in bilico, che quindi potrebbero risultare decisivi per l’esito finale. In secondo luogo perché si tratta di numeri reali, non legati appunto alle risposte ad un sondaggio o a dei modelli matematici. Infodata ha ricostruito la situazione in questa infografica.
I quattro stati in questione sono Arizona, Florida, North Carolina e Pennsylvania, tutti stati che nel 2016 consegnarono i propri grandi elettori a Trump. Le colonne in giallo rappresentano il vantaggio, in numeri assoluti, ottenuto quattro anni fa dall’attuale presidente su Hillary Clinton. Le altre colonne rappresentano invece la differenza tra gli elettori registrati tra marzo ed agosto di quest’anno, in blu se sono di più quelli che si sono registrati come democratici, in rosso se sono in maggioranza repubblicani.
Detto che c’è anche una quota di elettori che si registrano come indipendenti, e che quindi non dichiarano la propria intenzione di voto, questi numeri indicano che la corsa alla Casa Bianca potrebbe essere più aperta di quanto non appaia dai sondaggi. Soprattutto se si guarda al colore degli stati nell’infografica, sotto le colonne, basato sulla possibilità che sia Joe Biden a vincere nelle previsioni di FiverThirtyEight.com. Un colore tanto più scuro quanto più è alta questa possibilità. Un colore che è più scuro in Pennsylvania, dove però i Repubblicani hanno registrato un numero di elettori doppio rispetto al vantaggio ottenuto quattro anni fa contro Hillary Clinton.
Per dirlo in altre parole, sia consentito citare ancora FiveThirtyEight.com, secondo la quale le probabilità di Donald Trump di vincere le elezioni sono le stesse di trovare un giorno di pioggia a Los Angeles. E a L.A. piove in media una volta ogni dieci giorni. Una riconferma dell’attuale presidente, insomma, è difficile, ma non impossibile.
Certo, come ricorda la stessa testata fondata da Nate Silver, il candidato democratico Joe Biden ha un vantaggio di oltre 10 punti nei sondaggi nazionali, tanto che è possibile che vinca in stati tradizionalmente repubblicani come il Texas o la Georgia. Secondo le previsioni di FiveThirtyEight.com, oggi l’ex vicepresidente ha l’87,4% di possibilità di vincere le elezioni.
Quattro anni fa, a 16 giorni dal voto, Hillary Clinton era accreditata di un 86,3% di possibilità di vittoria. Da lì inizio una discesa, che la condusse il giorno del voto ad avere il 71,4% di chance di vincere. Eppure a vincere fu il suo avversario. A costo di stancare il lettore, tocca ripetere che un evento statisticamente improbabile non è affatto impossibile. Nemmeno se le probabilità che si verifichi sono meno di una su dieci, ovvero quante ne accredita l’Economist a una riconferma di Trump:
Il modello elaborato da due docenti della Columbia University si conferma quello più pessimista (o ottimista se chi legge è di simpatie democratiche) rispetto ad una riconferma dell’attuale presidente. Mentre quello costruito da Jack Kersting, giovane studente dell’Università dell’Alabama, che tiene conto anche di come storicamente abbiano votato gli elettori di un singolo stato, dà a Trump poco meno del 12% di possibilità di essere riconfermato, in linea con il modello di Nate Silver:
Più in generale, i tre modelli concordano nel dire che, se si votasse oggi, al 90% Biden vincerebbe. Una previsione certamente più significativa di quelle effettuate due settimane fa e certamente meno significative di quelle che saranno disponibili tra due settimane. Il che non è solo un invito al lettore interessato di politica americana affinché continui a seguire Infodata, che ogni lunedì aggiorna questi grafici. Ma un’ulteriore avvertenza rispetto al considerare cristallizzata una situazione che potrebbe essere, appunto, ben più liquida di quanto appaia. Infine, questa è la mappa delle previsioni stato per stato, sempre basata sul modello di Nate Silver:
Metodologia
FiveThirtyEight utilizza i dati di sondaggi nazionali e locali, unendoli ad alcuni indicatori di natura economica, ed effettua 40mila simulazioni del risultato elettorale.
L’Economist affianca ai sondaggi quelli che le scienze politiche definiscono fattori strutturali, come ad esempio il maggior interesse verso le elezioni a mano a mano che ci si avvicina al voto.
Il JHK Forecast ai sondaggi e agli indicatori economici unisce la tendenza storica di un singolo Stato a votare democratico o repubblicano. I risultati sono simulati 20mila volte.