Come abbiamo raccontato in un altro articolo, un nuovo dataset sperimentale dell’Istat consente di indagare con un gran livello di dettaglio cosa succede nelle imprese quando investono in tecnologie informatiche. I risultati sono positivi, come potremmo immaginare, oppure no? E che effetti ci sono sulla produttività?
L’adozione di questo genere di tecnologie e in particolare un maggior livello di connettività alla rete, segnala l’istituto di statistica, ha una correlazione positiva con una “maggiore produttività del lavoro misurata in valore aggiunto per ciascun addetto. Questo vale soprattutto “soprattutto nelle imprese manifatturiere e dell’energia e in particolare per quelle che si trovano già in una posizione di elevata produttività rispetto alle altre”.
Allo stesso tempo questi progressi nella produttività non valgono in ogni settore economico e in ogni circostanza. Per esempio, mostrano i dati Istat, “a livello settoriale le attività nelle quali si hanno incrementi positivi del valore medio dell’indicatore di produttività del lavoro sono quelle dei settori manifatturiero, energia, alloggio e ristorazione, commercio e servizi di noleggio, agenzie di viaggio e di supporto alle imprese”.
Guadagni che emergono in particolare dagli indicatori che misurano il numero di attività svolte in rete (l’indice chiamato “connettività” nelle visualizzazioni interattive di questo articolo) e l’uso dell’Ict da parte degli addetti. In questi settori economici emergono vantaggi anche con la presenza di un sito web mentre “tale crescita è più accentuata e, anzi è l’unica registrata nel settore del commercio, per le imprese che decidono di vendere online attraverso canali indiretti”. L’aumento di produttività del settore dei servizi di informazione e comunicazione, d’altra parte, “sembra essere legato anche alla presenza di un canale diretto di vendita online”.
Un risultato interessante e forse controintuitivo è che il grosso del miglioramento sembra avvenire soprattutto nel passaggio da un uso basso o proprio nullo dell’Ict a un uso più intenso. Con salti successivi e quindi un’intensità ancora maggiore di tecnologia la relazione con gli indicatori economici diventa meno evidente e a volte persino negativa.
Allo stesso tempo, i benefici maggiori risultano per le imprese che già sono produttive, e che dunque appaiono come quelle più in grado di sfruttare al meglio i benefici della tecnologia. Le altre possono invece restare indietro.
Differenze significative emergono anche guardando alla dimensione delle imprese, con quelle di dimensione inferiore che “registrano miglioramenti di produttività in corrispondenza di livelli di adozione di ICT più bassi rispetto a quelli necessari alle imprese più grandi”. Anche in questo caso, dunque, sembra che la tecnologia sia in grado di aiutare soprattutto le imprese più pronte a coglierne i frutti, mentre per una quota significativa delle piccole e medie imprese il percorso è più complicato.
Prendendo per esempio l’indicatore che misura l’uso dell’Ict da parte degli addetti, troviamo che i valori di produttività sono massimi nelle grandi imprese con 250 addetti o più, e concentrati in quelle realtà dove almeno il 75% di loro usa il pc ed è connesso alla rete. Nelle aziende dove il personale usa raramente strumenti ICT la produttività è invece bassa un po’ a tutti i livelli, fino ad arrivare anche a quelle più piccole con 10-49 addetti. Né in questo caso la dimensione sembra fare la differenza, se l’adozione della tecnologia è bassa, per quanto certamente si vede un miglioramento lineare che va di pari passo con la disponibilità di computer e connessione a Internet per gli addetti.
Come anticipato, nelle visualizzazioni di questo articolo sono presentati quattro diversi indicatori che analizzano aspetti diversi del rapporto fra tecnologia e impresa. Il primo misura quanto esse usano i PC e sono connessi a Internet. Il secondo guarda a quanti sono gli addetti dell’azienda collegati in rete, con il caso più favorevole in cui essi superano i tre quarti del totale, quello meno in cui invece i connessi sono meno di uno su quattro. Vi è poi un indicatore utilizzato dall’agenzia europea di statistica sulla base di 12 attività digitali, e chiamato appunto “Digital intensity index”, e infine una misurazione relativa all’e-commerce che nello specifico censisce se le imprese vendono online tramite i loro siti.