Articolo pubblicato il 29 novembre 2020
E poi venne il fuoco. Circa 400mila anni fa, in Cina, un ominide impara a conservare e proteggere quello che un fulmine aveva lasciato in eredità colpendo un albero. Fu un balzo in avanti enorme per i progenitori della nostra specie, ancora lontana centinaia di migliaia di anni (e alcune glaciazioni) dal sembrare quello che siamo oggi ogni qual volta ci guardiamo allo specchio.
Azzardando l’ipotesi – ma non siamo antropologi – che la vita media in tutto questo periodo sia stata di 50 anni e che la riproduzione sia avvenuta mediamente a 25 anni, i nostri bis bis bis bis (ripetetelo per 16mila volte) nonni nascevano da qualche parte nel mondo, prima di spingersi in migrazioni epocali alla ricerca di condizioni di vita più favorevoli.
Bene, facciamo un rapido calcolo: 400.000 anni * 365 = 146 milioni di giorni (sopravvoliamo sui bisestili). Questa cifra, moltiplicata per 24, dà come risultato circa 3,5 miliardi di ore.
Bene, adesso avete una idea di quanto ammonti, se la mettete in fila, la cassa integrazione autorizzata nel 2020, solamente tra gennaio e ottobre.
E’ quanto riporta l’Inps nel suo Report mensile, che indica come le imprese abbiano fatto un ricorso di circa 15 volte superiore rispetto allo scorso anno, a pari data, di questo strumento. A onor del vero, per evitare di essere tacciati di bieco sensazionalismo, va detto che una cosa è l’autorizzazione e un’altra il “tiraggio”, ossia quante di queste ore autorizzate poi vengono effettivamente fruite dalle imprese. Ebbene, fino ad agosto questo valore era circa il 40%, una percentuale in linea con quello del 2019 e 2018. In pari periodo, di circa 3 miliardi di ore ne sono state effettivamente utilizzate “solo” un miliardo e 220milioni; per riferimento, erano 110 milioni nel 2019 e, sempre per riferimento, fanno 150 milioni di giornate di lavoro – da 8 ore l’una – perse.