Era il 26 gennaio dello scorso anno quando una notifica sullo smartphone ha scosso tutti gli appassionati di pallacanestro. L’annuncio, riportato da tutti i giornali, della morte di Kobe Bryant, deceduto dopo che l’elicottero sul quale viaggiava insieme alla figlia Gianna e ad altre sette persone è precipitato a Calabasas, in California.
Bryant aveva lasciato l’attività agonistica nel 2015, dopo aver vinto 5 anelli Nba e 2 ori olimpici, oltre ad una serie di riconoscimenti personali, e soprattutto dopo una stagione trasformata in un lungo addio alla pallacanestro giocata. Ogni palazzetto, quell’anno, celebrò l’ultima apparizione sul proprio parquet di Black Mamba, come era soprannominato il giocatore nato a Filadelfia ma cresciuto in Italia, dove il padre Joe ha giocato dal 1984 al 1991.
Nei giorni successivi alla sua scomparsa le squadre Nba hanno omaggiato uno dei più forti giocatori di sempre iniziando ogni partita con un’infrazione di 8 secondi (il tempo per oltrepassare la linea di metà campo) e una di 24 secondi (il tempo per arrivare al tiro), i due numeri di maglia indossati da Bryant nei suoi Los Angeles Lakers. Poche settimane dopo, però, la pandemia ha fermato anche la pallacanestro. Che è ripartita, a fine luglio, nella “bolla” di Orlando, per terminare una stagione culminata proprio con il successo dei Lakers, che hanno sconfitto per 4-2 nella serie finale i Miami Heat.
Ad un anno dalla scomparsa, Infodata celebra il campione con un’infografica che ricorda quanto ha realizzato sul campo di gioco. E lo fa attraverso le statistiche che misurano la prestazione di un giocatore: punti, rimbalzi, assist, stoppate e palle recuperate. Ogni punto sull’infografica che apre questo pezzo rappresenta una statistica messa a referto da Bryant, cliccandoci sopra un pop-up spiega di che si tratta, quando venne messa a referto e contro quale squadra. Un ricordo data driven di uno dei più importanti interpreti della pallacanestro moderna.