È il luogo in cui abbiamo trascorso le feste natalizie, più per decreto che per tradizione. Ed è, almeno in Italia, una delle leve che dovranno rilanciare l’economia, grazie al cosiddetto ecobonus 110. Il riferimento va, ovviamente, alle abitazioni. Che, grazie al già citato bonus, il governo vuole rendere più efficienti sotto il profilo energetico, finanziando interventi che vanno dalla realizzazione di cappotti alla sostituzione delle caldaie.
Si tratta, in altre parole, di “svecchiare” il patrimonio edilizio residenziale italiano. Un patrimonio, lo si scopre osservando la mappa in apertura, che non è però il più vecchio d’Europa. La fonte dei dati è Eurostat, che ha suddiviso le abitazioni per decennio di edificazione. E, per ogni provincia europea, ha indicato il periodo che presenta la percentuale più alta.
Per fare un esempio, in provincia di Roma la quota più alta di edifici residenziali è stata edificata tra il 1961 ed il 1970, quando vennero erette poco meno di 438mila abitazioni. Seguono il decennio successivo, quando ne furono costruite 378mila. E il quindicennio precedente, tra il 1946 ed il 1960, che vide la costruzione di 350mila abitazioni.
Basta cliccare su un territorio, magari aiutandosi con il filtro sotto la mappa (in alto a sinistra per chi legge da desk) per isolare un singolo paese, e apparirà un tooltip che mostra tutti i dati relativi al territorio di interesse. La legenda nella parte bassa permette di comprendere quale sia il decennio che ha visto l’edificazione del numero maggiore di alloggi. In generale, più la tonalità di verde diventa scura, più è recente il patrimonio edilizio. O meglio, più è recente il periodo che ha visto la costruzione del numero più alto di immobili ad uso residenziale. I territori in grigio sono quelli per i quali non ci sono dati a disposizione, situazione che riguarda in particolar modo Germania, Grecia e Regno Unito.
Il colpo d’occhio sulla mappa mostra come le nazioni con il patrimonio più antico siano appunto il Regno Unito e la Francia, oltre che alcune zone della vecchia Repubblica democratica tedesca. Il più recente, invece, lo si trova in Irlanda e in alcune regioni della Spagna.
L’Italia, invece, presenta una situazione a macchia di leopardo. In alcune province, specie nel centro Nord, la quota più elevata di immobili è stata costruita prima del 1919. In altre zone del Nord il decennio cui risale la percentuale maggiore di alloggi è quello tra il 1961 ed il 1970, in molte zone del Sud è quello successivo. Nelle province di Avellino e Potenza, invece, il decennio più rappresentato è quello che va dal 1981 al 1990. Ma questo è l’effetto della ricostruzione seguita al terremoto che colpì l’Irpinia il 23 novembre del 1980.