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cronaca

Cosa misura esattamente l’Environmental Performance Index?

L’Environmental Performance Index ( EPI) è un indice di sostenibilità ambientale per quantificare numericamente le prestazioni ambientali di un paese. È stato sviluppato a partire dal Pilot Environmental Performance Index, pubblicato per la prima volta nel 2002, e progettato per integrare gli obiettivi ambientali delle Nazioni Unite. Elaborato da Yale e Columbia University ha metriche che sono cambiate nel corso del tempo. Nell’ultimo report (qui trovate l’abstract e i metadati) vengono presi in esame 32 indici di performance di salute ambientale calcolati per 180 Paesi.

Visual Capitalist in questa infografica propone una visione di sintesi in questa infografica con l’obiettivo di mettere in risalto come negli ultimi anni le politiche ambientali più virtuose sono correlate alla ricchezza nazionale.

 

Come si vede chiaramente  paesi scandinavi, che tendono ad avere un Pil pro capite elevato scalano  i parametri Epi. L’articolo di Visual Capitalist spiega bene come ogni indicatore di prestazione  è suddiviso in sottosezioni. Le nazioni vengono valutate per ogni sottosettore su una scala fino a 100 e ciascuna sottosezione  ha una peso diverso e viene rappresentato come percentuale all’interno dell’indice. Ad esempio, la vitalità dell’ecosistema rappresenta il 60% dell’EPI, il cambiamento climatico rappresenta il 24% del punteggio di un paese e la riduzione delle emissioni di CO2 è ponderata al 13,2%.

Coma appare chiaro, l’Epi è un superindice che traccia in modo preciso alcune componente delle politiche ambientali dei Paese. Descrive bene quindi i Paesi che hanno attenzione verso il taglio delle emissioni di Co2, la biodiversità e la lotta all’inquinamento più in generale. E’ meno efficace magari per misurare gli sforzi nei Paesi emergenti, più strutturati e con una diversa grado di sviluppo.