R-Everse è una società di head hunting che applica in Europa il metodo del recruiting collaborativo. Ha effettuato l’indagine “Smartworking e paternità: come i papà stanno affrontando il lavoro da casa” che ha coinvolto tramite LinkedId un numero a dire il vero limitato di 150 papà-professionisti (età compresa tra i 30 e i 40 anni, lavoratori in azienda). Parliamo quindi di profili professionali che hanno potuto continuare a lavorare ma in modalità home-working, cioè da casa. Citiamo i dati proprio perché è la festa del papà consci che per uno studio più sistematico servirebbe un campione più ampio e forse più strutturato. Ad ogni modo sono interessanti a livello anedottico le risposte che sono arrivate. Prima della pandemia, infatti, ben il 57% degli intervistati non aveva mai sperimentato il lavoro in smartworking, e solo il 4% lo viveva in modo stabile. Anche dopo la fine del lockdown, questa nuova modalità di lavoro è rimasta nelle vite professionali e si prospetta che non sia una “moda” destinata a scomparire, bensì possa diventare parte integrante delle condizioni contrattuali.
63%
Come è cambiato il rapporto padre-figlio. Il 71% dei papà intervistati ha evidenziato un cambiamento nel rapporto con i propri figli. In particolare, questo cambiamento è considerato positivo per il 63% di loro: un dato di grande conforto sia per le famiglie sia per le aziende e i datori di lavoro, che possono solo beneficiare dall’avere collaboratori con una vita domestica quanto più possibile serena e bilanciata.
50%
I papà e la Dad. A influire notevolmente sugli equilibri domestici e nel rapporto padre-figli, è stata sicuramente anche la didattica a distanza, modalità inedita di insegnamento. Sulla totalità dei padri intervistati, infatti, il 50% ha dichiarato di aver supportato i figli in questa attività. Nello specifico, il 38% se n’è occupato in parte, alternandosi con la propria partner, mentre l’11% se n’è occupato interamente in prima persona. L’altra metà degli intervistati non ha avuto necessità di supporto oppure si è affidata alla partner o ad altre persone vicine al nucleo familiare.
Ecco il 5o% è una percentuale bella ma forse irrealistica. Se guardiamo ai rapporti Istat sulla parità di genere il dato nazionale indica la donna come la persona che più ha sacrificato carriera e tempo per la gestione della famiglia, sia prima che durante il lockdown. Per un approfondimento, leggete qui gli ultimi dati. Questo 50% quindi va preso più che con il classico beneficio del dubbio, come un augurio sincero di cambiamento. Buona festa del papà. Domani si festeggia.