Reputation Science ha analizzato oltre 215 mila contenuti online (qui trovate alcune informazioni sulla metodologia) per studiare la percezione degli italiani rispetto ai vaccini in commercio contro il coronavirus. Dall’analisi emerge che le notizie sull’andamento della distribuzione e sull’efficacia dei vaccini i temi maggiormente discussi e dunque quelli che hanno avuto una influenza maggiore sulle opinioni maturate dagli italiani sui vaccini. Le conclusioni?
L’unico vaccino ad avere un impatto reputazionale negativo è quello di AstraZeneca, che tra il 9 febbraio e il 19 marzo 2021 ha accumulato una negatività di -6137,83 r (r è l’indice reputazionale elaborato da Reputation Science, le note metodologiche sono in fondo all’articolo) e peraltro ha raccolto anche più più contenuti online come era lecito aspettarsi.
“La conversazione online negli ultimi due mesi – spiega Andrea Barchiesi, CEO di Reputation Science – si è focalizzata principalmente su AstraZeneca, che da solo ha raccolto il 56,5% delle conversazioni totali sui vaccini. PfizerBioNTech (18,7%) e Moderna (9,8%) restano a distanza, mentre per altri vaccini la curva volumetrica si è quasi esaurita. Sintomo della pressione che le notizie riguardanti il vaccino AstraZeneca hanno esercitato sull’intera conversazione online riguardante i vaccini, non solo per quanto riguarda i volumi ma anche per il sentiment ad essa associato. L’analisi del trend temporale mostra come in meno di una settimana si sia “dilapidato” il capitale reputazionale accumulato nei mesi precedenti, soprattutto a causa di notizie riguardanti gli effetti indesiderati, la sospensione delle somministrazioni e i ritardi nella distribuzione. La campagna vaccinale passa anche da qui: ricostruire il capitale di fiducia nei confronti dei vaccini per non lasciare campo libero a fenomeni novax che acquistano sempre più seguito, in Rete e non solo”.
Come sono discussi i vaccini sui social? Visti dall’alto, la variazione della reputazione dei vaccini nel loro complesso è negativa. La distribuzione delle opinioni sui vaccini rimane invece sostanzialmente invariata, con un 43% dei contenuti che evidenzia un atteggiamento positivo, il 26% con una posizione neutrale, ed il restante 30% un atteggiamento negativo; allo stesso tempo, le posizioni risultano molto più polarizzate rispetto al periodo precedente, come mostra il sensibile aumento dei contenuti molto negativi, che passano da 0,1% a 5,1%.
Cosa ha cambiato la percezione dei vaccini? Sempre secondo il report a guidare le opinioni sono stati soprattutto i temi relativi alla somministrazione dei vaccini, che hanno rappresentato il 21% del totale, seguiti dalla distribuzione; la polarizzazione delle opinioni in negativo è stata invece influenzata dal tema rappresentato dagli effetti indesiderati dei vaccini che, pur rappresentando il 13,2% del totale, sono stati caratterizzati da un numero rilevante di contenuti molto o estremamente negativi. Più nello specifico i fatti e le notizie che hanno più spostato i livelli reputazionali in area negativa, sono quelli legati alla sospensione, da parte dell’Italia e di altri Paesi europei, delle somministrazioni di AstraZeneca per via di alcuni gravi effetti indesiderati sorti in persone che avevano da poco ricevuto il vaccino.
Tra gli eventi che hanno maggiormente impattato sulle positività, invece, ritroviamo l’approvazione del vaccino Johnson & Johnson prima negli Stati Uniti, poi in Europa e in Italia; l’autorizzazione della somministrazione del siero AstraZeneca anche per le persone fino ai 65 anni di età; lo studio di Moderna per realizzare un vaccino efficace contro la variante sudafricana; l’avvio della revisione dei vaccini Sputnik V e Curevac da parte di Ema; gli accordi stretti da Sanofi/GSK per la produzione del vaccino Janssen e Pfizer; la collaborazione tra Novartis e Curevac; l’efficacia di Pfizer/BioNTech dimostrata al 90%; e l’avvio della somministrazione ai volontari per la sperimentazione di Reithera.
Metodologia. Reputation Manager ha creato un metodo di misurazione scientifico per definire un valore e il suo andamento nel tempo: si chiama “R”. La sua rappresentazione grafica è simile a un’analisi finanziaria, con uno scopo predittivo. È possibile identificare tendenze, divisioni e cambiamenti casuali o strutturali utili per un’analisi predittiva e per l’identificazione di una «specifica linea di tendenza in evoluzione» dell’entità analizzata e la sua potenziale capacità di opporsi a qualsiasi evento critico. Il valore di R applicato ad ogni singolo contenuto web rilevato, tiene in considerazione più di 12 parametri distinti tra parametri globali (relativi al dominio) e parametri specifici di ogni link.