Diciamo che la tendenza di lungo termine era già segnata, prima che arrivasse il Covid-19. E salvo sorprese non può che peggiorare: ci si sposa di meno e si divorzia di più. Dal 1964, il tasso di matrimoni nell’Unione è diminuito da 8,0 per 1000 persone nel 1964 a 4,3 nel 2019. Il lockdown avrebbe procrastinato la data delle nozze e acuito le tensioni di coppia. Il combinato disposto dei due effetti lo vedremo meglio con i dati di quest’anno. Quanto all’era pre-Covid-19 ecco un paio di numeri da cui partire e le due mappe realizzate da Eurostat (il parametro usato è il numero di matrimoni e divorzi ogni mille persone). A futura memoria.
Quanto ai dati: nel 2019 l’Italia ha registrato il tasso di matrimonio più basso nell’Unione europea pari a circa 3 matrimoni per mille abitanti (3,1), seguita da Portogallo e Slovenia (entrambi 3,2), e da Francia, Spagna, Lussemburgo (tutti e 3,5). Nel 2018 in Italia il tasso era pari a 3,2. Nel 2019, i paesi dell’Ue con il maggior numero di matrimoni rispetto alla popolazione sono stati Cipro (8,9 matrimoni per 1000 persone), Lituania (7,0), Lettonia e Ungheria (entrambi 6,7) e Romania (6,6). Seguono Slovacchia (5,4), Danimarca e Malta (5,3) Allo stesso tempo, il tasso di divorzi è più che raddoppiato, passando da 0,8 per 1000 persone nel 1964 a 1,8 sempre nel 2019 . Tra gli Stati membri dell’Ue, il numero più basso di divorzi rispetto alla popolazione è stato registrato a Malta e in Irlanda (0,7 divorzi ogni 1000 persone), seguiti da Slovenia (1,2), Italia (1,4) e Croazia (1,5). Al contrario, i tassi di divorzio più elevati sono stati registrati in Lettonia, Lituania e Lussemburgo (tutti 3,1 divorzi per 1 000 persone), Cipro (2,6) e Svezia (2,5).