“Sì, ma quando c’era la lira…“. “Ok, Boomer“.
Il primo gennaio 2002 è stata la data che, almeno nel vecchio continente, ha spezzato la linea del tempo recente. Dalla mezzanotte i bancomat iniziarono ad erogare le nuove fiammanti banconote della Bce in luogo di quelle precedenti emesse dalla Banca d’Italia. Un passaggio rapido, che, dopo un breve periodo di convivenza, ha permesso di utilizzare la stessa moneta con la quale si fa la spesa in Italia anche in altri (oramai) diciannove Paesi.
Ma a quanto ammonterebbe, oggi, il valore dei soldi del passato? Con tre semplici passaggi il calcolatore qui sotto fornisce la risposta. Grazie ai dati di Istat è possibile inserire il valore di partenza, il fatto che sia espresso in lire oppure in euro, e l’anno a cui si fa riferimento. Nello spazio sottostante apparirà la cifra attualizzata, cioè il valore monetario corrispondente ad oggi, tenendo conto dell’inflazione.
Ed è proprio sull’inflazione che spesso veniamo ingannati dalla memoria. Questa non è cresciuta in modo proporzionale in tutti i settori. Pensiamo ad alcuni servizi, come quelli di ristorazione: se nel 1980 una pizza margherita poteva costare anche 1.000 lire, queste corrisponderebbero attualmente a circa 2,5€. Difficile, se non impossibile, trovarla a quel prezzo in un ristorante. Ma se pensiamo ad un solo minuto di conversazione telefonica al cellulare, questo nella seconda metà degli anni ’90 costava ancora 1.950 lire, circa 1.4€ oggi. E chissà come reagirebbero i ragazzi e le ragazze di oggi all’idea che i loro genitori pagavano addirittura 15 centesimi di euro del 1998 per l’invio di un messaggio – come WhatsApp, ma senza immagini e di 160 caratteri – agli attuali nonni per dire che avrebbero fatto tardi la sera?
Grazie al calcolatore, quindi, potete immaginare dunque come le dinamiche di prezzi e salari abbiano inciso finora e quanto incideranno. E se mai questo tool sarà ancora in grado di funzionare tra 30 anni, sarà bello scoprire se i figli di quelli della Generazione Z, oggi adolescenti, si stupiranno del fatto come i loro padri e le loro madri potessero spendere quasi mille euro – di oggi – per un iPhone.