Due interventi chirurgici su tre rimandati, più di un esame su tre rinviato, appena uno screening oncologico su dieci eseguito durante il primo lockdown. “I Pazienti dimenticati” sono quelli che non hanno potuto, o per timore del contagio, voluto accedere alle prestazioni sanitarie durante la prima fase della pandemia da Sars-CoV-2.
“Pazienti dimenticati” è anche il titolo dell’inchiesta data driven che queste evidenze le ha fatte emergere grazie al lavoro del giornalista Riccardo Saporiti (che scrive anche su Info Data). Saporiti è stato uno dei due vincitori di una borsa di studio del Laboratorio Interdisciplinare della SISSA di Trieste per la realizzazione di un’inchiesta giornalistica originale e inedita basata sui dati della pandemia di COVID-19 in Italia.
Il 16 marzo 2020, una settimana dopo l’istituzione di un lockdown generalizzato, il ministro della Salute Roberto Speranza firmava infatti le “Linee di indirizzo per la rimodulazione dell’attività programmata differibile corso di emergenza da COVID-19”. Un documento che doveva evitare il collasso del sistema sanitario nazionale, rinviando i ricoveri considerati meno urgenti ed essenziali e procrastinando le prestazioni ambulatoriali differibili e programmabili.
“Una decisione – spiega l’autore dell’inchiesta – che ha interessato in maniera omogenea il territorio nazionale, in un contesto in cui la pandemia ha colpito il Paese in maniera tutt’altro che omogenea. Lo dimostrano innanzitutto i dati relativi ai contagi: il 30 aprile 2020 a Bergamo erano risultate positive 1.020 persone ogni 100mila abitanti, a Oristano 35. Ma lo dimostrano anche i numeri che abbiamo raccolto legati ai medici e infermieri risultati positivi al nuovo coronavirus e sui pazienti ricoverati in terapia intensiva, considerati la cartina di tornasole dell’impatto pandemico sul servizio sanitario. Dati, questi ultimi due, che “Pazienti dimenticati” è in grado di restituire ospedale per ospedale e sono disponibili a tutti su GitHub”.
Le aziende sanitarie contattate.
Per ottenere i dati sono state contattate 200 aziende sanitarie e ospedaliere: La richiesta era quella di fornire i dati relativi agli interventi chirurgici, a visite ed esami ambulatoriali e alle prestazioni oncologiche eseguite e rinviate tra il 1 marzo ed il 30 aprile del 2020. O, qualora il numero sui rinvii non fosse disponibile, quello relativo alle prestazioni eseguite nello stesso periodo del 2019. Delle 200 aziende interpellate hanno fornito i dati in 122, per quanto non sempre in forma completa, 57 non ha risposto, 21 hanno respinto la richiesta.
I reali effetti delle politiche di contenimento sono ancora tutti da valutare. Alcuni studi hanno già provato a fare una stima di quali saranno le conseguenze a lungo termine con evidenze in qualche caso preoccupanti. Uno ricerca uscita a luglio 2020, su The Lancet, ad esempio, calcolava un incremento dei decessi per cancro al seno a 5 anni dalla diagnosi compreso tra il 7,9 ed il 9,6% ed un aumento delle morti per il cancro del colon retto, sempre a 5 anni dalla diagnosi, compreso tra il 5,8 ed il 6%.