Articolo del 23 gennaio 2021
Non solo la stagione influenzale sta seguendo un andamento più contenuto rispetto agli anni precedenti, ma anche i casi di morbillo e rosolia non sono mai stati così bassi negli ultimi anni: da aprile a fine ottobre 2020 non è stato segnalato all’ISS nessun caso di morbillo né di rosolia.
Dal 1 gennaio al 31 ottobre 2020 sono arrivate infatti segnalazioni da 12 Regioni, per un totale di 101 casi di morbillo (incidenza 3,3 casi per milione ), di cui 52 nel mese di gennaio, 40 nel mese di febbraio e 9 nel mese di marzo.
Lo mostra l’ultimo rapporto, aggiornato al 30 novembre, della Sorveglianza Integrata del Morbillo e della Rosolia dell’Istituto Superiore di Sanità.
Attenzione: non si parla solo di bambini L’età mediana dei nuovi casi di morbillo è 33 anni (contiamo 12 contagi tra operatori sanitari e due tra operatori scolastici) e nella metà dei casi il morbillo ha riguardato persone tra 15 e 39 anni di età. Sono stati cinque invece i casi, su 101, in bambini con meno di un anno di età. Il 93% dei casi non era vaccinato al momento del contagio e ricordiamo che ci si può vaccinare a qualsiasi età.
Le complicazioni sono sono poche. Il 26% dei casi segnalati nel 2020 – uno su quattro – ha sviluppato almeno una complicanza per la malattia, e in generale la metà dei casi è stato ricoverato. La complicanza più frequente è stata l’epatite, aumento delle transaminasi, seguita da cheratocongiuntivite. In sei casi (il 5,9%) è stata riportata una polmonite.
Ci sono stati inoltre 12 casi di rosolia (di cui 9 nel mese di gennaio e 3 nel mese di febbraio), provenienti da sei Regioni e anche in questo caso l’età mediana dei casi è 33 anni.
Dal 2013 a oggi
Un aspetto importante da considerare quando guardiamo i dati sull’andamento di malattie di questo tipo è che è normale osservare oscillazioni nell’arco di più anni. Per questo l’ISS propone il grafico con l’andamento dal 2013 al 2020. Scopriamo che sebbene un appiattimento del genere non l’abbiamo mai visto (chiaramente i lockdown sono una prerogativa del 2020…), nemmeno nel 2015, quando i contagi sono stati pochissimi rispetto – ad esempio – al 2017. Dall’inizio del 2013 sono stati segnalati 14.889 casi di morbillo di cui 2.270 nel 2013, 1.695 nel 2014, 256 nel 2015, 862 nel 2016, 5.397 nel 2017, 2.681 nel 2018, 1.627 nel 2019 e 101 nel 2020. Abbiamo avuto invece 272 casi di rosolia (possibili, probabili e confermati) di cui 65 nel 2013, 26 nel 2014, 27 nel 2015, 30 nel 2016, 68 nel 2017, 21 nel 2018, 23 nel 2019 e 12 nel 2020.
Ma forse più del numero dei casi importante guardare il tasso di casi scartati per 100.000 abitanti, un indicatore che ci dice quanto efficacemente funziona il nostro sistema di tracciamento del virus. Si definisce come il tasso di casi sospetti indagati e scartati, attraverso esami di laboratorio e/ o perché hanno un collegamento epidemiologico con un caso con- fermato di altra malattia. L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è di almeno 2 casi scartati per 100.000 abitanti. Noi, per quanto riguarda il morbillo, oscilliamo da 0,13 casi per 100 mila del 2016 ai 0,48 casi scartati per 100 mila nel 2019. Per quanto concerne la rosolia, siamo intorno a 0,05 casi scartati per 100 mila, ben lontani dai 2 casi fissati dall’OMS come desiderata.
Coperture vaccinali in crescita
Certo, le coperture vaccinali al 31 dicembre 2019 (i dati più recenti che possediamo) erano elevate. Le percentuali a 36 mesi (nati nel 2016-17) mostrano valori più alti rispetto a quelle rilevate per la medesima coorte di nascita a 24 mesi l’anno precedente, passando da una copertura di vaccinati per il morbillo del 93,22% (bambini di 24 mesi al 31 dicembre 2018) a 95,20% (bambini di 36 mesi al 31 dicembre 2019). Anche le altre vaccinazioni contenute nell’esavalente e quelle anti-morbillo parotite e rosolia superano il 95%. Chiaramente i confronti tra le coperture a 24 e a 36 mesi devono essere fatti considerando sempre la stessa coorte di nascita!
Nel 2019 erano in crescita infine anche le coperture vaccinali a 48 mesi (relative ai bambini nati nell’anno 2015), passando dal 91,84% al 95,16% di vaccinati contro il morbillo. Riguardo alle vaccinazioni in età pre-scolare al contrario, (relative ai bambini nati nell’anno 2012), si registra una diminuzione, passando dal 89,20% di bambini vaccinati nel 2018 al 87,58% del 2019.
Che effetti avversi può dare vaccinarsi contro il morbillo?
Il vaccino contro il morbillo è assolutamente sicuro ed efficace, e gli effetti più gravi, molto rari, comportano solitamente febbre alta. Ma vediamo i dati nel dettaglio. Il 17 dicembre AIFA ha pubblicato come ogni anno il Rapporto Vaccini 2019, che riporta i dati di farmacovigilanza. Si tratta di un documento enorme, con tutte le reazioni segnalate per tutti i vaccini esistenti. Riguardo al vaccino anti morbillo, è disponibile come formulazione tetravalente (MPRV) con anche il vaccino contro parotite, rosolia e varicella, e trivalente (MPR) con anche l’antirosolia e l’antip parotite.
– per il trivalente MPR, 39 casi di “effetto collaterale grave correlabile” ma per “grave” si intende principalmente febbre alta, osservata in 4,8 casi ogni 100.000 dosi somministrate. Le convulsioni febbrili si sono verificate in 1,9 casi ogni 100.000 dosi somministrate. Più raramente sono stati osservati vomito, reazioni cutanee generalizzate, orticaria, linfoadenopatia, irritabilità, dolore articolare e diarrea, tutte reversibili e con un tasso di segnalazione di 0,65 casi ogni 100.000 dosi somministrate.
– per il tetravalente MPRV, 181 casi di “effetto collaterale grave” risultano correlabili alla vaccinazione, ma anche qui si parla principalmente di iperpiressia, che si presenta in 21 casi ogni 100.000 dosi somministrate. Meno comunemente si osservano reazioni cutanee generalizzate, in 5,3 casi ogni 100.000 dosi somministrate e molto raramente sono state segnalate le convulsioni febbrili, in 3,9 casi ogni 100.000 dosi somministrate, e le eruzioni morbilliformi, in 1,8 ogni 100.000 dosi somministrate. Fra le reazioni rare correlabili sono stati osservati 1,1 casi di porpora e 0,8 casi di piastrinopenia ogni 100.000 dosi somministrate.