È arrivato RAWGraphs 2.0, la nuova versione del tool open source di data visualization creato da DensityDesign – Politecnico di Milano, Studio Calibro, e INMAGIK. La web app arriva nella sua nuova veste dopo una campagna di crowdfounding che ha raccolto oltre 40 mila euro. Oggi la nuova libreria RAWGraphs è realtà. È stata inoltre rilasciata open source in una repository dedicata, così come il resto del codice che ha permesso al team al lavoro sul tool di implementare molte nuove funzionalità rispetto alla precedente versione.
Cos’è RAWgraphs
RAWGraphs nasce come progetto collaterale avviato al DensityDesign Research Lab del Politecnico di Milano nel 2013, inizialmente guidato da Giorgio Caviglia. L’idea alla base del tool è la stessa di tanti prodotti dedicati all’analisi e alla visualizzazione dei dati: fornire uno strumento che non sia ad uso esclusivo di esperti programmatori, ma adatto a tutti. RAWgraphs è un’applicazione che consente anche a persone senza competenze di programmazione di produrre visualizzazioni senza dover scrivere codice.
L’altra grande forza del tool è quella di essere totalmente gratuito, open source. Uno dei motivi che ha spinto i promotori a cercare fondi tramite crowdfunding per la versione 2.0.
RAWgraphs consente agli utenti di creare facilmente e rapidamente visualizzazioni di dati che possono essere esportate e modificate in software di grafica vettoriale (come Adobe Illustrator e Sketch). Tra i formati esportabili ci sono infatti .svg .jpg .png oltre al formato .rawgraphs, che rappresenta una delle novità più significative.
Le novità della nuova versione
Siamo ancora in fase beta, ma sono già visibili alcuni cambiamenti. Partiamo proprio dalla possibilità di salvare progetti e templates. Nella precedente versione non era possibile. Significava creare un grafico e dover sempre ricominciare da capo. Con RAWGraphs 2.0 non è più così. Possiamo salvare modelli personalizzati così da riutilizzarli come base per visualizzazioni future, senza dover inserire nuovamente le opzioni. Anche i progetti possono anche essere salvati in un file, completi di dati e configurazione, in modo da poter ricominciare dove avevamo lasciato, senza perdere alcun progresso.
Nella nuova versione sono state aggiunte altre visualizzazioni alla suite. Alcune davvero fondamentali. Esempio? Oggi è possibile anche creare delle line charts, per la rappresentazione di time series e la ricerca di correlazione tra metriche. Ma anche delle stacked bars, le barre impilate, “spezzate” da una variabile categorica, largamente utilizzate nella rappresentazione dei dati. Altro grafico nuovo è il matrix plot, che permette di creare una matrice per il confronto di due dimensioni categoriche, disposte sugli assi orizzontale e verticale. Ogni glifo (quadrato o cerchio) rappresenta una possibile correlazione tra le due dimensioni. Le variabili quantitative associate possono essere rappresentate con la dimensione e il colore.
Le novità non finiscono qui. RAWGraphs nasce per esportare in vettoriale. Molti graphic designer lo usano semplicemente come base di progetti più complessi, che necessitano di perfezionamento con altri software di progettazione grafica. RAWGraphs 2.0 ha migliorato questo tipo di esperienza con la possibilità di esportare le legende, una migliore gestione delle etichette e una struttura SVG più facile da gestire nei software di editing vettoriale. Anche le performance sembrano migliorate ed è in arrivo la possibilità di integrazione con le query SPARQL. Un’aggiunta per gli smanettoni che i designer puri faranno fatica a utilizzare, ma che permette potenzialmente di interrogare direttamente dal tool enormi database di informazioni codificate come linked open data.
A chi consigliamo RAWGraphs
RAWGraphs è il tool perfetto per graphic designer e appassionati di data visualization che lavorano con software di grafica vettoriale. La possibilità di creare dei grafici basati sui dati, poter colorare, dimensionare, configurare ogni elemento rappresenta una base perfetta per qualsiasi progetto di data visualization pensato in vettoriale. Per la carta stampata ma anche per essere integrato nelle pagine web. Spesso il risultato ottenuto con RAWGraphs sarà solamente un punto di partenza da sviluppare ulteriormente con altri software come Adobe Illustrator. Ma pur sempre un ottimo punto di partenza.
Per chi RAWGraphs non è abbastanza e cosa non può fare
RAWGraphs ci permette di creare immagini statiche dei nostri dati, non di fare data discovery e andare in profondità nell’analisi. Non è adatto per utenti business (e non) alla ricerca di un tool che permetta di esplorare il dato, a meno che l’obbiettivo non sia creare un output statico, come un powerpoint o un pdf. Quello che creiamo è, in parole povere, un’immagine statica.
L’altro limite è quello di potersi connettere solo a file locali di tipo .tsv .csv .dsv .json, oppure ad alcuni dati dal web inserendo un URL. Pensiamo ad esempio a file caricato su Dropbox, un google sheet o a dei dati accessibili tramite API. Se vogliamo connetterci a un nostro database RAWGraphs non è la soluzione che stiamo cercando.
Per concludere
Le forze di RAWGraphs rimangono le stesse di quando è stato ideato, nell’ormai lontano 2013: poter creare con semplicità grafici e poterli esportare in formato vettoriale. La nuova release amplia possibilità di configurazione, semplifica il lavoro e migliora le performance, senza stravolgere un prodotto che era già un successo. I fedeli utilizzatori non rimarranno spaesati dai cambiamenti, piuttosto piacevolmente sopresi dalle novità.
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