Come rileva il Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) di Istat diffuso all’inizio del mese il Covid-19 nel 2020 ha rallentato il percorso dell’Italia verso uno sviluppo più sostenibile. Come sappiamo sei anni fa il nostro Paese si è impegnata a raggiungere 105 target (suddivisi in 17 obiettivi) previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ebbene, secondo l’istituto nazionale di statistica che si occupa appunto di misurare le statistiche finalizzate al monitoraggio dell’Agenda 2030, rispetto all’anno precedente scende al 42,5% la quota di misure in miglioramento mentre sale al 37,0% quella di misure in peggioramento
L’analisi complessiva degli indicatori di sviluppo sostenibile viene presentata tenendo conto dei tempi diversi del loro aggiornamento. In particolare, si considerano due sottoinsiemi di misure statistiche: il primo è relativo alle misure aggiornate al 2019 (142) o ad anni precedenti (92), l’altro a quelle riferite al 2020 (92). Riguardo al primo insieme, emerge un quadro complessivamente positivo rispetto a 10 anni prima, con il 60,5% delle misure in miglioramento, il 19,1% invariate e il 20,5% in peggioramento. L’intensità dei segnali favorevoli diminuisce significativamente considerando i dati aggiornati al 2020.
Come va l’Italia rispetto agli altri Paesi?
Siamo ancora molto lontani dal raggiungimento dei target sull’eradicamento della povertà, sulla formazione continua degli insegnanti, sulla violenza contro le donne, sulla percentuale di persone che non studiano e non lavorano e sull’abbandono scolastico. Qui l’articolo di approfondimento di Info Data.
In particolare se consultiamo la dashboard interattiva di Eurostat che misura il divario dell’Italia rispetto agli altri Paesi ci accorgiamo che gli obiettivi 10 e 17 sono quelli che hanno accumulato più ritardo. Parliamo nel primo caso degli indicatori che misurano gli sforzi per ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i Paesi. Nel secondo caso invece viene presa in considerazione la disponibilità di risorse pubbliche e private da destinare allo sviluppo sostenibile sotto forma di aiuti e partenariato globale. Per fare un esempio, nell’obiettivo 17 i Paesi più sviluppati ribadiscono l’assenso a destinare lo 0,7 per cento del loro prodotto interno lordo all’aiuto pubblico allo sviluppo.
Sono due obiettivi che saranno penalizzati fortemente dalla pandemia. Pensiamo solo all’impatto devastente del Covid-19 sulle disuguaglianze e alla polarizzazione della ricchezza a cui stiamo assistendo non solo in Italia e nel mondo. Stesso discorso per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps) destinato ai Paesi in via di sviluppo che nel 2020 è rimasto invariato e potrebbe non aumentare nel breve periodo. Qui sotto ecco cosa scrive Istat proprio su obiettivo 10 e 17
Cosa è successo in Italia in termini di disuguaglianza.
Nel 2020 il reddito disponibile lordo delle famiglie residenti in Italia subisce una flessione (-2,8%) meno intensa di quella segnata dalle attività produttive, beneficiando delle politiche economiche adottate dal governo per mitigare l’impatto della crisi. La flessione del potere d’acquisto è di intensità simile (-2,6%). Nel 2019 si riduce sensibilmente il numero dei nuovi permessi di soggiorno, che si attestano a 177.254, il 26,8% in meno rispetto al 2018. La contrazione interessa tutte le motivazioni all’ingresso ma a scendere di più, come nell’anno precedente, sono i permessi rilasciati per richiesta di asilo (-47,4%). La tendenza al calo degli ingressi si è inevitabilmente accentuata nel 2020 in presenza delle chiusure temporanee dei confini. Nei primi 6 mesi del 2020 sono stati concessi a cittadini non comunitari circa 43mila nuovi permessi di soggiorno (meno della metà del primo semestre 2019).
Entrate della Pa, Aps e banda larga nel 2020
Nel 2020, le entrate delle Amministrazioni Pubbliche rappresentano il 43,1% del Pil, con un incremento dell’1,5% rispetto al 2019. Nel 2019, il rapporto tra Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) e reddito nazionale lordo si riduce di 0,03 punti percentuali rispetto al 2018, portandosi a 0,22%. L’APS destinato ai Paesi meno sviluppati rispetto al reddito nazionale lordo rimane invariato nel confronto con l’anno precedente. L’Italia resta ancora lontana dal raggiungimento dei target previsti dall’Agenda 2030. Nel 2020 le rimesse dei lavoratori immigrati in Italia ammontano a circa 6,7 miliardi di euro, con una crescita del 12,5% rispetto al 2019. La percentuale di famiglie che accede a Internet tramite connessione a banda larga è pari al 77,8% nel 2020. Gli utenti regolari di internet (dai 6 ai 74 anni e più) sono circa il 70%. Tra questi, il 31,4% si è collegato in rete per ordinare merci o accedere a servizi online e quasi il 40% per effettuare operazioni bancarie o di ricerca di informazioni sul conto (internet banking)
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