Che si tratti di mobile-health, e-health, telemedicina, la possibilità di essere visitati e magari curati senza la necessità di una visita di persona è oggi più importante che mai, specie nelle aree remote del mondo. C’è voluta una pandemia per sottolineare che la connettività digitale, l’accesso e la telemedicina sono ottimi strumenti, e che la loro mancanza a volte può significare la differenza tra la vita e la morte. Si stima che 31 dei 54 paesi africani abbiano un rapporto medico-paziente di circa 1 medico per 10.000 persone rispetto ai paesi più sviluppati come la Germania (1 medico ogni 417 pazienti) e l’Italia (1medico ogni 270 pazienti).
Il problema è che chi potrebbe beneficiare di più di questi sistemi, non è ancora connesso.
La tecnologia a banda larga offre un’opportunità unica ai paesi e alle aree senza reti di comunicazione su linea fissa. Tuttavia, secondo dati recenti, il 72% delle famiglie connesse a Internet si trova in contesti urbani, e solo il 37% nelle aree rurali. Nei paesi meno sviluppati del mondo (i cosiddetti Low Income Countries), il 17% della popolazione rurale non ha copertura mobile, mentre il 19% ha accesso solo a una rete 2G. Già nel 2018 una revisione pubblicata su The Lancet sull’enorme database mondiale Global Burden of Disease 2016 mostrava chiaramente che i paesi che presentano un accesso più difficile ai servizi e una qualità dell’assistenza sanitaria più lacunosa sono anche quelli meno connessi.
Ci sono inoltre gap interni, in primis il gap di genere. Il Mobile Gender Gap Report 2021 mostra che le donne negli Paesi più poveri del mondo hanno il 7% in meno di probabilità rispetto agli uomini di possedere un telefono cellulare.
La salute cardiovascolare può beneficiare molto della telemedicina, in particolare per ridurre gli episodi acuti e la pressione sugli ospedali, oltre ad abbassare l’impatto della mortalità per eventi potenzialmente trattabili in aree del mondo dove l’accesso ai servizi sanitari è difficile.
Una recente revisione della letteratura scientifica in merito, pubblicata su Journal of Personalized Medicine , che copre gli ultimi 10 anni (2011-2020) ha esaminato i benefici della telemedicina nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e i recenti progressi nei servizi di telemedicina per la cura personalizzata di queste patologie. I risultati hanno evidenziato che l’erogazione tempestiva di assistenza, che può essere implementata anche virtualmente, riduce notevolmente la morbilità e la mortalità. Ciò potrebbe anche ridurre la pressione sugli ospedali diminuendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari acute nella popolazione generale.
Molte app attualmente in commercio possono aiutare a monitorare i pazienti da remoto e in modi non invasivi. Le piattaforme digitali possono connettere le farmacie e consentire ai farmacisti di migliorare le proprie competenze per fornire consulenza ai pazienti. Oltre alle consulenze a distanza, i dispositivi indossabili come gli smartwatch possono leggere i dati di chi li indossa tramite microchip e sensori incorporati. Esempi più sofisticati includono dispositivi per elettrocardiogramma (ECG) palmari o applicati al torace che possono essere collegati a smartphone per registrare i ritmi cardiaci e aiutare a diagnosticare battiti cardiaci irregolari causati dalla fibrillazione atriale.
Un esempio di telemedicina all’avanguardia lo troviamo per esempio in Argentina. Il Telemedicine Project dell’Università di San Juan, che si trova a più di mille chilometri da Buenos Aires, supporta i clinici nei villaggi remoti della zona. Il Progetto mette in rete il personale sanitario e i docenti dell’Università e del Ministero della Pubblica Istruzione argentini, i Comuni coinvolti, le ONG presenti sul territorio e i pazienti, garantendo una possibilità di connessione solida per consulti medici e visite specialistiche anche a grande distanza. Vengono eseguiti a distanza elettrocardiogrammi, tele-auscultazioni, tele-ossimetrie e monitoraggi della pressione con sistema Holter. Alcune persone del luogo (nel presidio sanitario presso la cittadina, o nel villaggio) vengono addestrate per collegare il paziente alla macchina, e fungono da collegamento fra la persona e l’esterno trasferendo i dati online al medico a chilometri di distanza, che quindi valuta i risultati e prende una decisione sui passaggi successivi da seguire per la cura. Ad esempio, continuare a curare il paziente in remoto, senza farlo spostare dal villaggio, oppure trasportandolo in un ospedale più vicino in grado di offrire le cure necessarie al caso specifico.