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politica

Dove sono in conflitti nel mondo? Tutta la violenza in un infografica

Proteste, violenze contro civili, guerre, scontri armati, attentati: in un anno oltre 100mila conflitti hanno provato oltre 150mila morti. Armed Conflict Location & Event Data ProjectACLED ) prova a tenere traccia della violenza del mondo fornendo dati disaggregati divisi per tipologia di conflitto. Loro sono una organizzazione no profit  finanziata da vari enti tra sui il Bureau of Conflict and Stabilization Operations presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il Ministero degli Affari Esteri olandese, il Ministero degli esteri tedesco, la Fondazione Tableau, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e l’Università del Texas ad Austin. La metodologia usata è piuttosto complessa perché intende uniformare la classificazione delle violenze nelle differenti realtà territoriali. I dati sono aggiornati su base settimanali e l’accesso è gratuito a patto di iscriversi al servizio.

A settembre per esempio, Acled ha ampliato la copertura in tempo reale a 13 piccoli stati e territori in Africa e Asia, aggiungendo oltre 600 nuovi eventi al set di dati dall’inizio del 2020 ad oggi.  Secondo l’Armed Conflict Location & Event Data Project ( ACLED ), solo a partire dal secondo trimestre del 2021 la violenza contro i civili ha provocato oltre 5.000 morti in tutto il mondo, le morti legate alla battaglia sono state oltre 18.000 mentre i disordini hanno causato oltre 600 morti. Visual Capitalist ha raccolto i dati di Acled in questa infografica per capire dove c’è violenza nel mondo.  La maggior parte dei conflitti mondiali è concentrata in Asia e in Africa e le forme più comuni sono le dispute territoriali e le guerre civili.

 

Qui invece la Conflict Pulse di Acled è una dashboard che prova a classificare e predire dove la violenza colpirà sulla base dei dati storici raccolti dalla piattaforma.