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economia

Perché sono crollati i permessi di soggiorno agli extracomunitari?

È colpa della pandemia o soltanto il segnale di un nuovo passo verso la sistematica riduzione del flusso di migranti nel nostro Paese?

Fatto sta che nel 2020 si è toccato un nuovo minimo: solo poco più di 100mila sono stati gli stranieri a cui è stato rilasciato un permesso di soggiorno. Parliamo ovviamente dei non comunitari: un crollo del 40% rispetto all’anno precedente, soltanto un sesto rispetto alla cifra toccata nel 2010.

Ma appunto, la serie storica ci dice che il risultato particolarmente negativo dell’anno scorso è subito seguente ad un altro -30% nel 2019. E in quell’anno il Covid non c’era.

 

Ad essere maggiormente colpiti sono i flussi per motivi di studio (-58% rispetto all’anno precedente) e quelli per motivi di asilo e richiesta umanitaria (-51%). I primi erano cresciuti fino a superare quota 30mila nel 2011, di cui oltre un terzo da Paesi asiatici. Nel 2019 erano già calati di 10mila l’anno, ma l’andamento era sostanzialmente stabile. Nel 2020, degli 8.500 studenti che hanno ottenuto il permesso di soggiorno in Italia più di 5mila provenivano dall’Asia, mentre il crollo maggiore è stato quello di statunitensi e canadesi, con una riduzione del 90% rispetto all’anno precedente.

Le concessioni dei permessi per motivi di asilo ed umanitari invece sono in calo già dal 2017, quando si arrivò al picco di 100mila concessioni (di cui il 70% a favore di cittadini provenienti da un Paese africano). L’anno scorso la cifra è stata di circa 6.500 sui livelli del 2013.

 

Fin qui i flussi: per quando riguarda invece la presenza stabile, questa nel 2020 è diminuita di circa 300mila unità, a quasi 3,4 milioni, in calo del 7% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo nella nostra anagrafe sono stati registrati 120mila nuovi cittadini italiani, fenomeno che ha dunque contribuito in modo significativo, oltre alla riduzione del turnover, al decremento della popolazione straniera complessiva. I Paesi con le comunità più ampie sono il Marocco, seguito dall’Albania e quindi dalla Cina.