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Chi è stato il più grande generale della storia? #howmeasuring

Il 15 maggio 1796 il generale Bonaparte entrò a Milano alla testa del giovane esercito che aveva varcato il ponte di Lodi e mostrato al mondo come dopo tanti secoli Cesare e Alessandro avessero un successore”. Inizia così La Certosa di Parma, romanzo di Stendhal pubblicato nel 1839. Napoleone era morto da diciotto anni ma l’eco delle sue imprese era ancora forte. I grandi condottieri dell’antichità avevano forgiato la sua visione di un impero sconfinato. Così come Alessandro Magno prima di lui, Napoleone aveva sognato di muovere verso l’Oriente, tra la Persia e l’India, influenzato da quel mito che aveva spinto altri geni militari all’imitatio Alexandri.

Quando Scipione l’Africano chiese chi, secondo Annibale, fosse il più grande generale, Annibale disse Alessandro. Su chi si sarebbe classificato secondo, Annibale scelse Pirro. Chiedendo chi Annibale considerasse terzo, si nominò senza esitazione. Allora Scipione scoppiò a ridere e disse: “Cosa diresti se mi avessi sconfitto?”. Come Annibale, anche Ethan Arsht, che di mestiere non fa il militare o lo storico ma il Data and Strategy Advisor, ha provato a classificare i più grandi generali della storia. A differenza di Annibale, le abilità di un generale sono state determinate in maniera data-driven. Il risultato è un sistema per classificare ogni comandante di spicco nella storia militare. Abbiamo analizzato il metodo e visualizzato le informazioni ricavate dai dati. Partiamo dal presupposto che non possiamo considerare questi risultati alla pari di uno studio accademico. Prendiamolo come un interessante gioco alla scoperta della storia. La domanda a cui rispondere è semplice: chi è stato il più grande generale della storia?

Nella grafica abbiamo visualizzato i migliori generali della storia. Nel grafico a dispersione ogni punto rappresenta un generale. L’asse verticale indica il numero di battaglie, quello orizzontale l’indicatore Wins Above Replacement (WAR), calcolato e usato per determinare il contributo di ogni generale. Cliccando su un punto è possibile scoprire nuove informazioni e la posizione in classifica. Sotto abbiamo stilato la top 10, guidata da Napoleone Bonaparte e chiusa da Alessandro Magno, con dettaglio delle battaglie.

Andiamo a scoprire la classifica e il metodo usato per determinarla.

L’allievo ha superato i maestri. Supponendo che fosse possibile scontrarsi su un campo di battaglia con Cesare e Alessandro, in condizioni pressoché uguali per forze e tecnologie, Napoleone avrebbe vinto. O almeno, questo ci fanno intuire i dati. La storia ci insegna però che le battaglie non sono sempre una scienza esatta. Tanto che al terzo posto troviamo colui che segnò la fine di Napoleone, Arthur Wellesley, protagonista della drammatica battaglia di Waterloo. Napoleone è comunque non solo il generale più efficace, ma anche quello che ha affrontato più battaglie tra i rivali in classifica.

Ma come si è arrivati alla definizione del rank? Cerchiamo di comprendere il metodo, che si ispira a una metrica usata nel baseball.

Come valuto il miglior generale? Il metodo spiegato

Il Wins Above Replacement non è un indicatore sviluppato per valutare le abilità dei comandanti su un campo di battaglia. Comunemente abbreviata in WAR, è una statistica del baseball non standardizzata sviluppata per indicare “il contributo totale di un giocatore alla sua squadra”. Il valore WAR di un giocatore è indicato come il numero di vittorie addizionali che il giocatore porta alla sua squadra sopra il numero atteso se il giocatore fosse sostituito con un cosiddetto “replacement-level player”: un giocatore che potrebbe essere aggiunto alla squadra con costo e sforzo minimo. Calcola di base le vittorie aggiunte (o sottratte) dal giocatore rispetto a un possibile rimpiazzo. Ad esempio, un giocatore con 5 WAR ha contribuito con 5 vittorie aggiuntive rispetto ai contributi medi di un giocatore di livello inferiore. Diciamo delle minors o un free agent al momento disponibile che gioca nella sua stessa posizione. Il WAR non è un indicatore perfetto, ma fornisce un metodo per confrontare i giocatori in base a una statistica.

Nell’analisi sul campo di battaglia il WAR è stato adottato per stimare i contributi di un tattico militare al di sopra (o al di sotto) di un generale medio. Il modello cerca di determinare una stima delle prestazioni di un generale medio in una data circostanza, così da valutare la qualità di un generale confrontandolo con un possibile sostituto. Abbiamo quindi il WAR dei nostri condottieri. Il nome dell’indicatore, oltretutto, si adatta alla perfezione al tema.

Come valuto il miglior generale? Da dove arrivano i dati

Non è molto semplice trovare un set completo con tutte le battaglie storiche. L’autore si è quindi appoggiato agli elenchi di battaglie di Wikipedia, che includono 3580 battaglie uniche e 6619 generali. Un campione sufficiente per la creazione di modello. A quel punto si è trattato di scraping ed elaborazione. Il set di dati risultante ha fornito un ampio campione di battaglie per creare una prestazione di base (il sostituto per il calcolo del WAR), rispetto alla quale confrontare le prestazioni dei singoli generali.

Per ogni battaglia sono presenti informazioni relative alle forze in campo, divise in fanteria, cavalleria, artiglieria, aeronautica e marina così da poter valutare il vantaggio o lo svantaggio numerico di un generale rispetto al suo avversario e isolare meglio l’abilità del generale come tattico. Il modello risultante si è rivelato molto conservativo nei suoi pesi, suggerendo che le quantità di soldati ha un effetto relativamente piccolo rispetto ad altri fattori come il terreno o la tecnologia, che ulteriori ricerche potrebbero indagare in modo più dettagliato. Il progetto dunque non è perfetto. Tuttavia, i risultati potenzialmente gonfiano l’importanza dell’acutezza tattica di un comandante rispetto ad altri fattori.

Come valuto il miglior generale? Come calcolare il WAR

Ad ogni prestazione in battaglia è stato assegnato un punteggio WAR. Per fare un esempio, Napoleone ottiene +0,49 WAR per la sua vittoria nella battaglia di Borodino. Poiché le truppe francesi erano leggermente più numerose delle forze dell’Impero russo, il modello offre a un generale sostituto nella posizione di Napoleone una probabilità di vittoria del 51%. Il sistema WAR assegna un punteggio di 1 a Napoleone per la vittoria, ma sottrae la probabilità che anche un generale sostitutivo avrebbe vinto. Da qui +0,49 vittorie confrontato all’ipotetico rimpiazzo.

Il sistema utilizza una metodologia simile per gestire le sconfitte. Ad esempio, al generale russo Mikhail Kutuzov, avversario di Napoleone nella battaglia di Borodino, è stato attribuito -0,49 WAR dal confronto. Oltre al -1 della sconfitta c’è da considerare una probabilità del 51% che un generale sostitutivo avrebbe perso comunque.

I Risultati

Napoleone è il miglior genio militare della storia, con un WAR di 16,78. L’ampio margine su Giulio Cesare (7,39) è dovuto anche al gran numero di battaglie, oltre al doppio di quelle affrontate da quest’ultimo. Delle 43 affrontate e analizzate, Napoleone ne vinse 38 perdendone solo 5. Oltretutto vinse 17 volte nonostante lo svantaggio numerico, che lo ha condannato in tutte le 5 sconfitte. Napoleone è di gran lunga il generale che ha avuto la carriera più lunga. Robert E. Lee è secondo per numero di battaglie al comando, 27.

L’altro grande nome citato da Stendhal, Alessandro Magno, non è mai stato sconfitto. 9 battaglie e altrettante vittorie lo posizionano al decimo posto della classifica. Alessandro ha accumulato meno WAR semplicemente perché ha accumulato meno battaglie.

Certo il numero di battaglie non è l’unico motivo per cui Napoleone è primo. Il WAR accumulato dal resto della popolazione dei generali seguono in gran parte una distribuzione normale. Ciò suggerisce che il suo successo è attribuibile al talento di comando, piuttosto che a un’anomalia nei risultati del modello. Napoleone è un enorme outlier, come si può osservare in maniera evidente nel grafico a dispersione.

Dopo tanti secoli Cesare e Alessandro hanno trovato un successore, forse ancora più grande. I dati, non solo Stendhal, sono dalla parte di Napoleone.