La Commissione europea ha lanciato un nuovo sito web dedicato alla povertà energetica, che mira a diventare un punto di riferimento per i decisori politici.
La piattaforma si chiama EPAH (Energy Poverty Advisory Hub) ed è destinata a diventare un portale informativo utile per i Governi europei che si stanno impegnando nella lotta alla povertà energetica.
Cosa è la povertà energetica?
Eurostat definisce la povertà energetica l’impossibilità da parte di famiglie o individui di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici.. Quando parliamo di servizi energetici, ci riferiamo a quei servizi fondamentali che occorrono per assicurare uno standard di vita dignitoso, quali: riscaldamento, raffreddamento, illuminazione, gas per cucinare nelle abitazioni e l’opportunità di accesso alle risorse energetiche. L’osservatorio Europeo della Povertà Energetica indica quattro diversi indicatori primari per misurare la povertà energetica, dei quali due sono il consumo energetico troppo basso e la quota di reddito dedicata alla spesa energetica troppo elevata. Gli altri due indicatori sono il ritardo nel pagamento delle bollette e l’incapacità di mantenere la casa adeguatamente calda d’inverno (o fredda d’estate). Tra gli indicatori secondari della povertà energetica c’è anche la mortalità invernale in eccesso o la presenza di gravi problemi di qualità dell’abitazione, come perdite dal tetto, umidità nei pavimenti, nei muri o nelle fondamenta, muffe e funghi alle finestre.
Qui sotto troviamo la mappa con la percentuale di popolazione che non è in grado di mantenere in modo appropriato la propria abitazione.
L’8% della popolazione Ue è in una condizione di povertà energetica
Il dato proviene da un sondaggio di Eurostat effettuato nel 2020 (anno della pandemia) nella maggior parte dei Paesi, ma nel 2019 (quando la situazione era certamente migliore) in Italia, Irlanda e Lettonia. Per questo colpisce di più ritrovare l’Italia nelle ultime posizioni con l’11%
Lo Stato Ue che più soffre della povertà energetica è la Bulgaria, con il 27,5% dei rispondenti al sondaggio impossibilitati a mantenere le abitazioni adeguatamente riscaldate in inverno. Seguono Lituania (23,1%), Cipro (20,9%), Portogallo (17,5%), Grecia (16,7%) e quindi noi.
Tra i Paesi di maggiori dimensioni, il dato peggiore rilevato da Eurostat è quello della Spagna (10,9%), il migliore della Polonia (3,2%). La Romania è al 10%, la Germania al 9% e la Francia al 6,5%.
Le nazioni Ue con il minore tasso di povertà energetica sono l’Austria (1,5%), la Finlandia (1,8%), la Repubblica Ceca (2,2%) e l’Olanda (2,4%)
Nota bene… la maggior parte dei paesi dell’Ue ancora non ha individuato o quantificato i consumatori energetici vulnerabili, né hanno adottato misure adeguatamente mirate per lottare contro la povertà energetica.
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