La soglia è stata superata con l’aggiornamento dei dati di venerdì 19 novembre, quando il Friuli Venezia Giulia è andato oltre i limiti posti per il passaggio in zona gialla. Quella sera, infatti, ai 285,55 casi ogni 100mila abitanti registrati nei sette giorni precedenti, si è aggiunta una percentuale di occupazione dei posti letto in area medica del 15,19% e di quelli in terapia intensiva del 14,29%.
Tutte cifre superiori a quelle definite dal decreto legge 105/21 per il passaggio in zona gialla. Ovvero 150 casi ogni 100mila abitanti, 15% di posti in area medica e 10% in terapia intensiva occupati da pazienti affetti dalla Covid-19. Soglie che il Friuli Venezia Giulia ha superato anche con l’aggiornamento di sabato e di domenica, quando i casi erano 317,83 ogni 100mila abitanti nell’ultima settimana, i posti occupati in area non critica erano il 16,84% mentre quelli in TI il 14,86%.
Per capire se davvero Trieste diventerà zona gialla, però, bisognerà attendere venerdì 26, quando cioè il governo verificherà la situazione basandosi sui dati registrati giovedì 25. È questo il motivo per cui il Friuli non è diventato giallo già il 19 novembre: il 18 non aveva valori tali da portare al cambio di colore. Ma questo è il meccanismo, come si è visto in estate quando anche in Sicilia e Calabria vennero inasprite le misure di contenimento della pandemia.
Non dovessero migliorare i dati friuliani, scatterebbero così le misure della zona gialla. Ovvero mascherine anche all’aperto, riduzione della capienza in stadi, cinema e teatri, limite di quattro commensali allo stesso tavolo del ristorante. A meno che, certo, il pressing di alcuni governatori, tra cui quello del Friuli Massimiliano Fedriga, per differenziare le misure tra vaccinati e non vaccinati non dovesse andare in porto. Ma qui, appunto, siamo al periodo ipotetico.
Tornando ai numeri, c’è un’altra regione che rischia il passaggio in zona gialla. Ovvero l’Alto Adige, che con 414,64 casi per 100mila abitanti negli ultimi giorni è la realtà con la più alta diffusione di nuovi casi in rapporto alla popolazione. E che, sempre con l’aggiornamento dei dati di domenica 21 novembre, ha già superato il 15% di occupazione dei posti letto in area medica (15,8%), mentre il tasso in terapia intensiva è fermo all’8%. Anche qui, sarà decisivo l’aggiornamento dei dati di giovedì prossimo per capire se pure a Bolzano si dovrà ricominciare a girare con le mascherine all’aperto.