L’infografica che apre questo pezzo mostra i cinque indicatori che vengono utilizzati, sulla base della legge 126/21, per definire le restrizioni volute dal governo per contrastare la pandemia. In parole più semplici, i “colori” delle regioni, quelli che decidono se bisogna indossare la mascherina anche all’aperto e come ci si deve comportare in bar, ristoranti, teatri, cinema, palestre e musei. Ecco come funzionano.
Intanto i tre sulla destra, quelli cioè che mostrano l’incidenza settimanale dei nuovi positivi ogni 100mila abitanti. La normativa afferma che si è zona bianca sotto i 50 casi, gialla tra i 50 ed i 150, arancione o rossa oltre questa soglia. Sì, per questo parametro non c’è distinzione numerica nelle due fasce con le maggiori restrizioni. Il motivo? I due indicatori realmente problematici sono gli altri due, ovvero l’occupazione dei posti in area medica (quella che ospita i pazienti non critici) e in terapia intensiva.
L’area medica rimane da zona bianca sotto un tasso di occupazione del 15%, diventa gialla tra il 15 ed il 30%, arancione tra il 30 ed il 40%, rossa oltre questa soglia. Mentre la terapia intensiva è bianca sotto il 10%, gialla tra il 10 ed il 20%, arancione tra il 20 ed il 30%, rossa oltre il 30%. Perché si cambi colore occorre che questi ultimi due parametri abbiano superato la relativa soglia percentuale.
In realtà, la norma dice che bisogna tenere in considerazione anche l’incidenza dei contagi. Il cui aumento però è abbastanza scontato dove sono alti i tassi di ospedalizzazione. Del resto, lo si è visto in questi mesi, prima salgono i positivi, quindi i ricoveri in ospedale. Difficile, dunque, che ci siano le terapie intensive piene e pochi nuovi casi. A conferma di questo ragionamento, il fatto che la stessa norma prescriva che si resti in zona gialla o arancione se l’incidenza dei contagi prevederebbe il passaggio alla zona successiva, ma le ospedalizzazioni no. È per questo, ad esempio, che l’Emilia Romagna, che al 12 dicembre ha un’incidenza dei contagi da zona arancione, resta in zona bianca: perché questo dicono le occupazioni dei posti in area medica e terapia intensiva.
L’idea alla base di questo grafico è quella di permettere ai lettori di monitorare più da vicino l’andamento dei singoli indicatori. Cliccando su ogni quadrato, appare un pop-up che mostra l’incidenza dei contagi o il tasso di occupazione degli ospedali nella regione di interesse. Per capire invece quale colore dovrebbe assumere ciascuna regione sulla base dei criteri di legge, il consiglio è quello di continuare a fare riferimento a questa mappa: