Nell’ultima parte di questa serie dedicata all’esitazione vaccinale mettiamo a confronto i dati delle vaccinazioni con quelli dell’epidemia, per verificare se esiste una qualche correlazione fra le aree colpite più duramente e il numero dei vaccinati.
Poiché i numeri ufficiali dei decessi non sono comprensivi ma riguardano solo i casi confermati di COVID-19, cioè quelli per cui le persone sono state sottoposte a un test, come indicatore per valutare dove l’epidemia ha fatto più morti abbiamo usato le morti in eccesso. Vuol dire che, partendo dai dati Istat, abbiamo confrontato quanti morti ci sono stati dal 2020 in poi rispetto alla media 2015-2019. Poiché non ci sono stati altri avvenimenti in grado di causare così tanti decessi, in questi ultimi due anni, l’unica spiegazione possibile è che essi siano stati causati dal virus. Pur con qualche semplificazione, si tratta della metodologia migliore per provare a quantificare il numero di morti per COVID-19 quando non tutti possono essere sottoposti a un test.
Guardando soltanto alla Lombardia la nostra ipotesi sembra essere confermata. Non solo si tratta ampiamente della regione italiana con il maggior numero di morti in eccesso (oltre 40 ogni mille abitanti), ma è anche la seconda per fetta di popolazione vaccinata. Eppure c’è anche la Toscana, che fortunatamente ha avuto un numero di decessi molto inferiore ma si trova ancora più vaccinati. O ancora la provincia autonoma di Bolzano, con morti in eccesso sopra la media ma meno vaccinazioni di qualunque altra regione italiana.
Mettendo insieme tutte le regioni, in effetti, non appare nessuna correlazione fra le aree dove l’epidemia ha fatto più danni e la propensione a vaccinarsi. Di quest’ultima non osserviamo un aumento né un calo, come se le due cose fossero indipendenti fra loro.
Le opinioni di italiani e italiane sulla vaccinazione si sono evolute relativamente in fretta, e generalmente in favore dei vaccini. Secondo una rilevazione Ipsos pubblicata il 31 luglio 2021, seguendo il tema da novembre 2020 in poi si vede che chi dice sicuramente di non volersi vaccinare passa dal 14% al 7% in primavera 2021, e da lì rimane stabile. Si tratta del nucleo di persone più contrarie e che non hanno più cambiato opinione né si sono mai vaccinate. Gli indecisi, che a novembre 2020 erano almeno quanto quelli che si sarebbero sicuramente vaccinati, sono poi confluiti in larghissima parte proprio nei vaccinati.
A questo punto è difficile dire se, data la severità delle attuali, esistano ancora ulteriori misure in grado di convincere chi ancora non si è vaccinato.