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finanza

Quanto ci costerà la transizione verso un mondo a emissioni zero? Spoiler: molto più del previsto

Quando si discute di transizione ecologica, di carbon neutrality o net zero emission il Roi che sta per ritorno sull’investimento è stato convertito in “rischio di inazione” per sottolineare i costi sociali, economici e ambientali di non mettere mano al surriscaldamento del pianeta. Il colosso della consulenza McKinsey in un report che trovate qui ha calcolato il costo di un mondo a zero emissioni sostenendo che il prezzo è più alto del previsto ma gli effetti in termini di domanda, allocazione di capitale e occupazione sul lungo periodo saranno comunque positivi per tutto il sistema. Secondo le loro stime per restare sotto la soglia di 1,5 gradi ed evitare così l’impatto peggiore dei cambiamenti climatici, serviranno non meno di  9.200 miliardi di dollari l’anno.  L’arco temporale è il 2050 e l’anno di partenza è il 2021.  Per raggiungere questa cifra che comprende investimenti in tecnologia per l’energia, riconversioni e diritti d’uso l’aumento annuo è pari a 3,5 trilioni di investimenti  in più rispetto a quanto avviene oggi. Per capirci, 3.500 equivalgono approssimativamente, nel 2020, alla metà della profitti aziendali, un quarto del gettito fiscale totale e il 7% della spesa delle famiglie. Come si legge nel report, in più, circa un trilione di investimenti che oggi vanno verso asset ad alte emissioni di CO2 andranno riallocati vero sistemi low-carbon.  Volendo fare una somma, il processo di trasformazione del decarbonizzazione del comparto energetico richiederà investimenti per 275mila miliardi. La previsione di McKinsey è decisamente più alta, quasi il doppio, rispetto a  quella fornita da diversi altri analisti.

In questo scenario, e lo sappiamo bene leggendo le bollette di questo inizio 2022 i costi dell’energia e di alcune materie prime come acciaio e cemento sono destinati ad aumentare.

Per l’azienda di consulenza, è ipotizzabile un aumento del 25% dei prezzi dell’elettricità entro il 2040. La buona notizia è che la transizione potrebbe portare alla creazione di circa 200 milioni di nuovi posti di lavoro diretti e indiretti, per un saldo netto positivo di 15 milioni di nuovi posti di lavoro.