Secondo le simulazioni del Kiel Institute for the World Economy (IfW), il prodotto interno lordo della Russia scenderebbe di quasi il tre per cento se tutte le importazioni e le esportazioni di gas si fermassero. Nello specifico è stato simulato un blocco completo di tutte le importazioni ed esportazioni per tipologia di prodotti da parte degli alleati occidentali (tutti i paesi inclusi nei calcoli sono elencati alla fine delle informazioni sui media).
Nel solo 2020, la Russia ha prodotto circa 639 miliardi di metri cubi di gas naturale, una quantità seconda solo agli Stati Uniti. Circa un terzo o 197 miliardi di metri cubi di questa produzione viene esportato dal Paese, il che lo rende il primo esportatore di questa risorsa con un ampio margine. È anche il terzo produttore di petrolio greggio al mondo, il che spiega il calo dell’1,2% del PIL se venisse attuato uno stop totale delle importazioni e delle esportazioni di questa risorsa.
Cosa accadrebbe invece in Europa?
In uno scenario sanzionatori estremo secondo Hendrik Mahlkow, ricercatore presso IfW Kiel le ripercussioni per il mondo occidentale sarebbero minime nel lungo periodo. Un embargo commerciale sul petrolio comporterebbe un calo dell’1,2% della produzione economica per la Russia e solo dello 0,1% rispettivamente per la Germania e l’Ue. Un embargo su macchinari e parti di macchinari causerebbe una contrazione dell’economia russa dello 0,5% e un embargo su veicoli e parti di veicoli dello 0,3%. Per la Germania e l’Ue, entrambe le misure avrebbero solo effetti negativi minimi. Tuttavia, riconoscono i ricercatori, le interruzioni delle esportazioni di gas influenzerebbero i prezzi dell’energia nell’Ue nel breve termine, ma le ripercussioni per il mondo occidentale sarebbero minime nel lungo periodo.