E’ il leader di una nazione che resiste all’invasore. Ieri era un comico, personaggio di una serie tv intitolata “Servitore del popolo”. Interpretava il personaggio di Vasyl Holoborodk, un insegnante di storia diventato presidente dopo aver acquisito molta notorietà grazie a un video in cui parlava proprio di corruzione con toni molto forti. Nel mezzo Volodymyr Zelensky ha trasformato la finzione in realtà, candidandosi alle elezioni nel 2019 e ponendosi a capo del paese dalla fine di aprile. La campagna elettorale incentrata sulla lotta alla corruzione e al potere degli oligarchi lo premiò già dal primo turno, anche in quell’area del Donbass che aveva diritto di voto. Ecco come è diventato presidente.
Zelensky non ha vinto quelle elezioni, le ha stravinte, battendo il suo predecessore Poroshenko con il 73% dei voti al secondo turno delle elezioni presidenziali. Il successo fu enorme, oltre che costruito in pochi mesi, grazie a una campagna elettorale in cui Zelensky si presentò come un uomo diverso da tutti i suoi predecessori. L’uomo capace di trasformare l’Ucraina in una vera democrazia diretta come buona parte della popolazione chiedeva. Già il primo turno lo aveva premiato, segnalandolo come il candidato più votato con oltre il 30% dei voti degli aventi diritto. In Donbass raggiunse il 25% dei voti, dietro Yurij Boyko.
I residenti delle Repubbliche del Donbass, Donetsk e Lugansk, non avevano la possibilità di prendere ufficialmente parte alle elezioni ucraine, o almeno, non in tutti i distretti elettorali. Solo la parte di Donbass rimasta sotto il controllo delle autorità ucraine ha potuto esercitare il suo diritto di voto, scegliendo Yurij Boyko. Il 22 marzo, nove giorni prima delle elezioni presidenziali ucraine, Boyko si era recato a Mosca per incontrare il primo ministro russo Dmitri Medvedev. L’ex ministro dell’energia sotto il presidente Viktor Yanukovich era in Russia ufficialmente per parlare del commercio di gas con l’Ucraina. Boyko, era favorevole a porre fine alla guerra nel Donbass e ripristinare le normali relazioni con la Russia. Zelensky era però il secondo per voti anche in quelle aree.
La realtà è che per molti opinionisti filo-russi nel Donbass nessuno dei candidati alla presidenza in Ucraina avrebbe portato loro vantaggio, ma sarebbe stata solo la scelta del “meno peggio”. Alcuni invitarono a non votare né per l’uno nè per l’altro candidato alle presidenziali, perché avrebbe significato comunque votare a sostegno delle autorità a cui si contrapponevano. Al secondo turno Zelensky superò agilmente Poroshenko anche nelle aree contese. Uno dei punti fondamentali della sua campagna elettorale era la risoluzione della guerra nel Donbass.
Dopo un inizio promettente le riforme strategiche progettate da Zelensky si sono però arenate, anche a causa dell’inasprirsi della battaglia di posizione con la Russia che oggi è sfociata in un conflitto armato. Oggi il rapporto di Zelensky col suo popolo sembra sempre più saldo. I suoi discorsi alla nazione gli hanno conferito credibilità e autorevolezza impensabili nel momento della sua elezione.