Alessandro Piva è direttore dell’Osservatore Artificial Intelligence del Politecnico di Milano. L’anno scorso nonostante la pandemia l’ecosistema italiano dell’Ai è cresciuto del 27%, raggiungendo quota 380 milioni di euro, un valore raddoppiato in due anni. Tuttavia, c’è un ritardo che non è solo culturale. Emerge un divario nell’adozione: sei su 10 grandi aziende hanno avviato almeno un progetto di AI, tra le Pmi sono appena il 6%. Eppure, ci ha spiegato Alessandro Piva, nel corso della puntata di ThinkTallyTalk le tecnologie per sperimentare e per partire con progetti di Ai ci sono e sono accessibili.
Nel corso della puntata abbiamo parlato delle prospettive di chi intende lavorare in questo campo e di quali sono le sue opportunità in termini di carriera. Secondo la ricerca, un terzo del mercato italiano dell’AI (35%) riguarda progetti di algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, ambito che con la pandemia ha segnato una delle crescite maggiori, +32% rispetto al 2020. Seguono le soluzioni per l’interpretazione del linguaggio naturale con il 17,5% del mercato (+24%) e gli algoritmi per suggerire ai clienti contenuti in linea con le preferenze con un’incidenza del 16% (+20%). In forte crescita con +34% i chatbot e assistenti virtuali, si aggiudicano l’10,5% degli investimenti e le iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione (11% degli investimenti, ma in crescita del 41%).
Abbiamo poi ragionato sulla strategia Italiana per l’intelligenza artificiale che si è data il nostro Governo, sul gap con le piattaforme digitali di Stati Uniti e Cina e sulla linee guida sull’uso etico dell’AI. Buona visione.