Il Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) ha aggiornato al 14 marzo il suo database in cui dal 1950 tiene traccia del business della vendita delle armi nel mondo. Si tratta di un istituto internazionale indipendente dedicato alla ricerca sui conflitti, gli armamenti, il controllo degli armamenti e il disarmo. Gli Stati Uniti rimangono il più grande esportatore di armi al mondo, responsabili del 38,6% delle vendite internazionali di armi tra il 2017 e il 2021, rispetto al 32,2% tra il 2012 e il 2016. Come ha rappresentato in questa infografica Statista durante l’ultimo arco di tempo, il paese ha fornito armi in più di 100 paesi .
La Russia rimane al secondo posto, ma la sua quota è in calo. E lo sarà sempre di più. Con la guerra le cose potrebbero cambiare. Tra il 2017 e il 2021, il paese è stato responsabile del 18,6% delle esportazioni globali di armi. Tra il 2012 e il 2016 era stato del 24,1%.
Il principale cliente della Russia è l’India, seguita dalla Cina, ma quest’ultimo paese ha acquistato meno armi russe in passato. In calo anche le vendite in Algeria ed Egitto.
La Francia ha continuato a far crescere le sue esportazioni di armi, mentre l’importanza relativa della Germania nel mercato globale delle armi si è ridotta. Il paese è stato superato come quarto esportatore dalla Cina, che ha rilanciato le vendite internazionali.
Il caso Italia. Crescono rispetto allo scorso anno anche le esportazione dell’Italia. Il più grande partner di esportazione dell’Italia è l’Egitto, ma le vendite nel 2021 sono aumentate maggiormente in Qatar, Turchia e Kuwait. Nel caso della Corea del Sud, un’importante vendita all’Indonesia ha aumentato la cifra delle esportazioni del paese. Sulla base dell’ultima relazione governativa annuale sull’export di armamenti che ricordiamo è richiesta dalla Legge 185/90 che regola la vendita estera dei sistemi militari italiani nel corso del 2020 il totale delle nuove autorizzazioni rilasciate per esportazione di materiale d’armamento avrebbe raggiunto quota 3.927 milioni di euro. Rispetto al 2019 segna un calo del 25% che in parte si spiega con l’inizio della pandemia. Rispetto al 2014 però le esportazioni sono cresciute. Parliamo del 2020 perché è l’ultimo anno del quale ci sono i dati. A fine mese dovrebbero uscire i numeri del 2021.
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