Durante il penultimo weekend di febbraio, in concomitanza con la pausa del campionato per l’All Star Game di Cleveland, si è celebrato ufficialmente il settantacinquesimo anniversario della NBA, andando a presentare la lista dei settantacinque (in realtà sono settantasei) giocatori più forti di sempre.
Così come venne fatto venticinque anni fa in occasione del primo mezzo secolo di vita della lega americana, anche questa volta, pur essendo già stati nominati mesi addietro, la proclamazione davanti al grande pubblico ha mantenuto un certo qual fascino, specialmente perché giocatori di epoche completamente diverse hanno potuto sfilare sullo stesso palco in una sorta di continuum cestistico che spiana la strada verso l’anniversario del centenario, in programma per il 2047.
Per questi motivi, anche noi di Info Data abbiamo voluto rendere omaggio alla NBA come siamo soliti fare, vale a dire con i numeri, andando a ricreare una sorta di simil rubrica in cui è possibile individuare i giocatori per iniziale del cognome oppure selezionarli direttamente dalla lista disposta su due colonne in modo da poter poi scoprire – in funzione della scelta – quali siano state le medie in carriera per le principali statistiche (confrontate con i valori massimi complessivi), abbinate ai riconoscimenti individuali più prestigiosi come i titoli di MVP (per stagione regolare e Finals) o l’inclusione nei migliori due quintetti stagionali.
Come anticipato, la lista vede un elemento in più rispetto ai nominali settantacinque originariamente pensati a seguito di una votazione terminata in parità tra due candidati e, così come capitò per quella stilata nel 1997, anche in questa non sono mancate le polemiche.
Partiamo comunque col dire che i cinquanta giocatori eletti nella scorsa edizione sono stati tutti confermati nell’elenco più recente e le due esclusioni che fecero storcere il naso per il passato, vale a dire Bob McAdoo (che i tifosi di basket italiano ricorderanno anche nel nostro campionato a cavallo tra gli anni ’80 e i ‘90) e Dominique Wilkins (altra conoscenza, seppure puntuale, della Serie A), sono state integrate tra i nomi dei ventisei nuovi membri dei migliori giocatori di sempre.
Per quanto riguarda i nuovi nomi, tutti hanno giocato nella NBA a partire dagli anni ’70 e, di questi, undici erano (e sono tutt’ora) ancora attivi nel momento in cui è stata annunciata la lista, con i Los Angeles Lakers a farla da padroni, potendone vantare ben quattro nell’attuale roster – Carmelo Anthony, Anthony Davis, LeBron James e Russell Westbrook – doppiando di fatto i Brooklyn Nets come unica altra squadra con almeno due giocatori (Kevin Durant e James Harden, prima che il “Barba” venisse scambiato in direzione Philadephia 76ers poprio a ridosso dell’All Star Game).
E se i Lakers sono i più rappresentati nella lista degli ultimi aggiunti, il record complessivo è detenuto dai Boston Celtics che hanno visto vestire i propri colori biancoverdi da venti giocatori, superando proprio gli eterni rivali californiani comunque ben saldi a quota quindici.
Come in qualsiasi classifica regolata da molteplici fattori, esattamente come capitò nel passato, ci sono stati molti malumori relativamente agli atleti non inclusi nei settantasei nomi stilati, con particolare attenzione per alcune star che hanno calcato i parquet recentemente o che sono addirittura ancora in attività.
Tra le esclusioni più eclatanti possiamo citare Dwight Howard, Pau Gasol, Chris Bosh, Tony Parker, Vince Carter e Tracy McGrady per quanto riguarda presente e recentissimo passato, senza dimenticare altri nomi più in voga qualche decennio fa ma che comunque hanno fatto la storia del basket come Alex English e Bernard King.
Per contro, un paio di nominativi hanno lasciato perplessi alcuni addetti ai lavori per la motivazione opposta: è il caso di Damian Lillard e di Anthony Davis che, un po’ per la giovane età, un po’ per il peso delle esclusioni citate poco sopra, avranno il compito di dover smentire i detrattori, dimostrando con i fatti di essere meritevoli della nomina, senza far rimpiangere gli esclusi di lusso.
Dal punto di vista prettamente numerico, l’identikit del giocatore medio appartenente alla lista ha realizzato in carriera una media di 20,5 punti a partita, distribuendo 4,5 assist, collezionando 8,2 rimbalzi ai quali poi si aggiungono anche 1,3 palle recuperate e 0,9 stoppate.
Interagendo con la visualizzazione si può scoprire chi siano i detentori dei valori più alti le cinque categorie statistiche appena citate e che costituiscono il “fondo scala” per i relativi istogrammi.
Probabilmente, e specialmente per gli appassionati, non sarà un gran mistero scoprire che i due migliori realizzatori (intesi come medie carriera) sono Michael Jordan e Wilt Chamberlain (con il primo che la spunta per qualche centesimo rispetto al secondo), appaiati a 30,1 punti a partita, mentre tutto diventa un po’ meno immediato se si passa alle altre quattro categorie.
Senza fare spoiler troppo clamorosi, e dando modo di esplorare un po’ i grafici, ci limitiamo a dire che c’è sempre una punta di gialloviola qua e là, ma oltre questo non ci spingiamo, lasciando quindi un po’ di spazio alla curiosità dei basketball data nerd.
In compenso, abbiamo raggruppato la lista dei settantasei migliori giocatori a mo’ di rubrica, categorizzandoli per iniziale del cognome ed è emerso che le lettere più gettonate sono la M con otto atleti e la W con sette, mentre la F, la I e la U figurano in fondo a questa particolare graduatoria avendo solo un rappresentante ciascuno, anche se di eccellenza in un caso su tutti per chi cerca La Risposta (maiuscole non a caso, ndr).
Ad onor del vero, come se non bastasse già il dibattito in merito a chi avrebbe dovuto essere inserito (rimpiazzando appunto qualcun altro), nei giorni scorsi è addirittura uscita la graduatoria con cui questo elenco di settantasei nomi è stato ordinato da parte di ESPN scatenando un ulteriore dibattito, forse ancora più acceso rispetto a quanto fatto per stilare chi dovesse comparire nella lista.
Fatta eccezione forse per la prima posizione che, tolto qualche bastian contrario, dovrebbe risultare condivisa all’unanimità per quanto riguarda Michael Jordan, anche senza uscire dalla top 10 c’è stato un gran parlare che, come sempre accade, ha generato una marea di traffico sui social media, andando a spazzare l’opinione degli appassionati in un multiverso di preferenze in cui risulta impossibile addentrarsi.
La fredda cronaca della graduatoria recita in rigoroso ordine: Michael Jordan, LeBron James, Kareem Abdul-Jabbar, Magic Johnson, Wilt Chamberlain (e saremmo a quattro Lakers nelle prime posizioni), Bill Russell, Larry Bird (toh, due Celtics), Tim Duncan, Oscar Robertson e Kobe Bryant (ah, cinque Lakers nella top 10).
Considerando che l’undicesimo nome sarebbe Shaquille O’Neal, capite bene che è davvero un terreno pericoloso quello di chi stila classifiche, ma se qualcuno volesse creare la top 76 di Info Data, noi siamo più che disponibili ad ascoltare (e comprensibilmente controbattere)…