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cronaca

I costi della politica Covid-zero in Cina e i rischi legati al basso livello di immunità

Secondo i ricercatori dell’Università Fudan di Shanghai, la Cina rischia uno “tsunami” di infezioni da coronavirus capace di provocare 1,6 milioni di morti se il governo abbandona la sua politica Covid Zero  e consente alla variante altamente infettiva dell’omicron di diffondersi incontrollata.

Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, ha rilevato che il livello di immunità indotto dalla campagna di vaccinazione cinese di marzo sarebbe “insufficiente” per prevenire un’onda omicron che sommergerebbe la capacità di terapia intensiva, dati i bassi tassi di vaccinazione tra gli anziani e la capacità del virus di eludere l’immunità dai colpi esistenti. “Il livello di immunità indotto dalla campagna di vaccinazione del marzo 2022 è insufficiente per prevenire un’ondata Omicron”: solo il 50% circa degli ultraottantenni in Cina è vaccinato”, si legge nello studio. L’indice di replicazione di Omicron 2, hanno stimaato è 3,9 ma scenderebbe a 3,4 grazie alla campagna di vaccinazione. Il problema quindi è la bassa immunizzazione della popolazione.  Senza restrizioni conclude lo studio, la diffusione di omicron potrebbe portare a 112,2 milioni di casi sintomatici, 5,1 milioni di ricoveri ospedalieri e 1,6 milioni di morti, con l’ondata maggiore che si verificherà tra maggio e luglio”.

Lo studio sembra quindi sostenere le politiche adottate dal governo cinese. Ma arriva in un momento in cui  crescono le preoccupazioni sui costi sociali e finanziari di Covid Zero. Il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus è intervenuto ieri proprio sulla politica cinese, affermando che la politica zero-Covid della Cina “non sia sostenibile” proprio alla luce del comportamento del virus.