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cronaca

Mattinieri o nottambuli? Quando siamo più produttivi? La variabile culturale e generazionale è il sonno

Sei più produttivo al mattino, tazza di caffè in mano, o la sera tardi con quando c’è più silenzio?  Secondo un rapporto di Adobe , la risposta potrebbe essere generazionale, cioè dipendere dall’età. Come mostra il nostro grafico realizzato da Statista, mentre la “norma” per tutte le fasce d’età risiede nei tradizionali 9-6 orari di lavoro d’ufficio, non è così per tutti, e la Gen Z (nati tra il  tra il 2000 e i primi anni ’10) in particolare risulta fuori scala.

 

Cosa dice  il rapporto The Future of Time Come si vede nel grafico il 63% dei Millennials (cioè i nati tra il 1981 e la fine degli anni ’90) e il 62% della Gen Z sono d’accordo con l’affermazione: “Sento la pressione di lavorare durante l’orario d’ufficio, anche quando so che non sarò produttivo”. Inoltre, le persone nelle generazioni più giovani sembrano essere più propense a dire di sentire la pressione per essere disponibili online, con il 57% degli intervistati della Generazione Z che afferma di dover essere contattabile in ogni momento della giornata, anche la mattina presto o la sera, in in contrasto con solo il 39% dei Boomers e il 47% della Gen X.

Un elemento interessante per avere un contesto di questi studi è quello legato al sonno, o meglio alla percezione dell’importanza del sonno. Come ha scritto Michelle Freeman, economista senior presso il Bureau of Labor Statistics i cambiamenti nella tecnologia hanno pesato pesantemente nelle scelte delle persone nella produttività e anche nel tempo che allochiamo per le nostre attività. In uno studio firmato dalla Freeman durante la pandemia si rileva come il Covid-19 ha alterato drasticamente i modelli di vita. Ma le differenze di comportamento non sono tutte legate all’emergenza e sono destinate a durare. Per esempio, entrambe le generazioni dedicano al lavoro la stessa quantità di tempo. Con una differenza. I Millennial dormono anche di più dei loro genitori, in media altri 22 minuti al giorno.  I millennial – osserva l’economista – hanno il vantaggio di poter fare molte cose comodamente da casa, senza salire in macchina e andare in un negozio o in banca. Si risparmia tempo. Per la Generazione X, non era disponibile quando avevano la loro età. Per la Generazione X lo stare a letto è considerato una forma di pigrizia, per i loro figli il riposo va incentivato perché fa bene al fisico e alla salute. I genitori dedicano molto più tempo a fare acquisti, i figli si fanno portare tutto a casa. Nonostante questo, la Generazione X legge più libri, in media per 23 minuti al giorno, contro i 16 minuti dei Millennial che invece dedicano il doppio del tempo ad attività di cura degli animali domestici.