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cronaca

Amore e matrimoni: quante coppie distrutte durante la pandemia?

Nel 2019 in Italia si erano contate 97.474 separazioni totali fra coniugi, in linea con gli anni precedenti: nel 2020 sono state 79.917. I divorzi erano 85.349 nel 2019 e si sono ridotti a 66.662 nel 2020. Un calo enorme: rispettivamente del 18% e del 21,9%. “Merito” (o “colpa” se consideriamo la maggior difficoltà nei mesi di chiusure di poter evadere da casa) della pandemia? È necessario considerare infatti anche il periodo delle chiusure degli uffici e delle restrizioni alla mobilità; in particolare, nel caso dei provvedimenti presso i Tribunali, la conclusione dei procedimenti del 2020 ha riguardato separazioni e divorzi iniziati negli anni precedenti. Il 21 febbraio 2022 Istat ha pubblicato i dati dettagliati riguardanti i matrimoni e i divorzi nel 2020.
È presto tuttavia per valutare complessivamente quanto ha inciso la pandemia sulla stabilità matrimoniale, cioè sull’aver fatto scattare per la prima volta l’intenzione alla separazione: in Italia prima è necessario firmare la separazione fra i coniugi e solo a un anno in caso di separazione giudiziale e dopo sei mesi nel caso di separazione consensuale, si può divorziare. La maggior parte di chi si è dunque allontanato durante la pandemia, non può ancora essere divorziato.
In ogni modo, la composizione tra separazioni/divorzi consensuali e giudiziali risulta pressoché invariata rispetto all’anno precedente. Nel 2020 l’85,3% delle separazioni si è concluso consensualmente, percentuale rimasta pressoché stabile nell’ultimo decennio. È più contenuta la quota di divorzi consensuali (71,7% nel 2020) ma sostanzialmente in linea con l’anno precedente (70,1%). Nel 2020, 12.177 separazioni e 15.467 divorzi sono stati effettuati direttamente presso il Comune (con tempi e costi molto più bassi rispetto alle altre fattispecie): si tratta del 15,2% di tutte le separazioni e del 23,2% di tutti i divorzi, quote in linea con quelle dell’anno precedente.

Passando invece ai matrimoni, ne sono stati celebrati nel 2020 96.841, il 47,4% in meno rispetto al 2019. In calo soprattutto le nozze con rito religioso (-67,9%) e i primi matrimoni (-52,3%). Per i primi nove mesi del 2021 i dati provvisori indicano, rispetto allo stesso periodo del 2020, un raddoppio dei matrimoni, ma la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente. Sono diminuite anche le unioni civili tra partner dello stesso sesso (-33%).

E in Europa?

Per la pandemia, molti in tutta Europa hanno preferito aspettare tempi migliori per i festeggiamenti di nozze: secondo gli ultimi dati raccolti da Eurostat, in tutti i paesi i tassi di nuzialità sono prepotentemente calati nel 2020. Se allarghiamo lo sguardo, dal 1964 a oggi il tasso di matrimoni nell’UE è sceso da 8,0 per 1.000 persone nel 1964 a 3,2 per 1.000 nel 2020.

Allo stesso tempo negli ultimi dieci anni in Europa il tasso di divorzi è diminuito: passando da 1,9 divorzi ogni 1.000 persone nel 2010 a 1,6 per 1.000. Secondo i dati più recenti disponibili per tutti gli Stati membri dell’UE, nel 2020 nell’UE si sono verificati circa 1,4 milioni di matrimoni e circa 0,7 milioni di divorzi, in calo rispetto a 1,9 milioni di matrimoni e 0,8 milioni di divorzi stimati nel 2019. Dal 1964 a oggi il tasso grezzo di divorzio è sostanzialmente raddoppiato, passando da 0,8 per 1.000 persone nel 1964 a 1,6 nel 2020. Tuttavia, parte di questo aumento può essere dovuto al fatto che in diversi Stati membri dell’UE il divorzio è stato legalizzato durante questo periodo (ad esempio, in Italia, Spagna, Irlanda e Malta).

L’Italia con 1,6 matrimoni per 1.000 abitanti nel 2020 è fanalino di coda in Europa, Seguita da Portogallo (1,8), Spagna e Irlanda (entrambi 1,9). Lo è tuttavia anche per numero di divorzi: si divorzia meno che nel resto d’Europa. Il maggior numero di matrimoni invece si è registrato in Ungheria, Lettonia e Lituania. L’Ungheria con 6,9 matrimoni ogni 1.000 persone), la Lettonia (5,6) e la Lituania (5,5). Le maggiori diminuzioni dei tassi di matrimonio nel 2020 rispetto al 2019 sono state registrate a Malta (-3,1 matrimoni ogni 1.000 persone), Romania (-2,4) e Irlanda (-2,2).

Nel 2020, tra gli Stati membri dell’Ue, il numero più basso di divorzi rispetto alla popolazione è stato registrato a Malta (0,5 divorzi ogni 1.000 persone), seguita dalla Slovenia (0,8) e Italia (1,1 divorzi per 1.000 persone). Al contrario, si è divorziato di più in Lettonia, dove anche i tassi di nuzialità erano elevati, in Lituania e in Danimarca (circa 2,7 divorzi ogni 1.000 persone), Svezia (2,5) e Finlandia (2,4).