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È ormai noto che Sistemi Sanitari caratterizzati da un’assistenza sanitaria di base (quelle che si chiamano Cure Primarie) forte e ben strutturata presentano migliori risultati in termini di salute della popolazione che assistono: aumentata efficienza, migliore qualità dell’assistenza, nonché crescita soddisfazione da parte delle persone assistite. Tuttavia, paragonare i dati sanitari fra contesti diversi è sempre un problema. Lo è fra regioni italiane, le quali sono strutturate in modo differente, ma soprattutto fra paesi diversi, la cui gestione del comparto sanitario può variare anche di molto da stato a stato. Quante volte abbiamo accostato dati senza peritarci di andare a capire in che termini i sistemi che li avevano prodotti erano diversi!
Recentemente Agenas ha pubblicato un lungo lavoro di analisi su come funzionano le Cure primarie e che risultati producono in alcuni paesi vicini a noi: Germania, Svezia, Francia, Gran Bretagna, Spagna. Il rapporto è frutto dell’esame della letteratura scientifica e della normativa, nonché di interviste a esperti di ciascun Paese.
In questa prima puntata vediamo come differiscono le cure primarie in questi paesi, iniziando dalla forza lavoro e dagli investimenti in Primari Care, aiutandoci con la tabella sopra, che noi di Infodata abbiamo creato a partire dalle informazioni contenute nel rapporto. Nella prossima parleremo di quanto sono digitalizzate le cure primarie in questi paesi. Emergono differenze sostanziali nei modelli di gestione della salute territoriale che stanno alla base del gap di posti letto e MMG per paziente: in primis la scarsa tendenza ancora a lavorare in equipe costituendo Unità Assistenziali pubbliche multiservizio, superando la frammentazione dell’offerta sanitaria.
Eppure, già dal 2014 la Commissione Europea aveva avviato un processo sempre più approfondito per delineare gli aspetti sostanziali del concetto di assistenza primaria, definendo un modello che potesse essere di riferimento per tutti i Paesi dell’Unione, sancito poi dalla Conferenza di Astana del 2018.
Germania
L’assistenza primaria in Germania è gestita a livello regionale. Le associazioni regionali di medici nell’ambito dell’assicurazione sanitaria pubblica sono responsabili dello sviluppo di un “piano di localizzazione” che individua il numero e la distribuzione regionale dei medici liberi professionisti. Il Piano strutturale regionale per la salute invece include la pianificazione dell’assistenza primaria in ogni stato federale. L’assistenza primaria comprende tutti i medici che trattano i pazienti a livello ambulatoriale, senza una chiara separazione della specialità del medico stesso. I medici che assistono le persone con assicurazione pubblica sono organizzati in associazioni regionali. Altre strutture, come gli studi o centri medici in cui l’assistenza è coordinata dagli infermieri non sembrano esistere in Germania. Ne consegue che anche il contatto tra infermieri e medici di medicina generale avviene solo su richiesta. Raramente c’è un’integrazione con altre discipline professionali da parte dei medici di medicina generale nella cura dei loro assistiti. Infine, riporta Agenas, non c’è integrazione tra servizi sanitari e sociali.
Svezia
In Svezia l’organizzazione dell’assistenza primaria è diversa tra le contee e consta per la maggior parte di Unità di Assistenza Primaria. Le strutture di assistenza primaria sono costituite da team con quattro o sei medici di medicina generale, che lavorano in équipe con altre tipologie di personale. Solo il 5% dei MMG lavora come singolo professionista.
Francia
I medici di medicina generale solitamente lavorano da soli – scrive Agenas – in scarso coordinamento con i servizi rivolti all’assistenza di secondo livello. Non vi è infatti un vero e proprio collegamento tra cure di assistenza primaria e secondaria. A partire dal 2007 si è iniziato a prevedere strutture multidisciplinari dove medici di medicina generale e altri professionisti possono lavorare insieme, anche se al momento si tratta per la maggior parte di gruppi di soli medici di medicina generale, con qualche infermiere. Dal 2016 sono state sviluppate, inoltre, anche iniziative per stabilire comunità territoriali di professionisti per una collaborazione più integrata a livello locale con l’obiettivo di permettere agli operatori sanitari di organizzare le proprie attività.
Gran Bretagna
Oggi i medici di medicina generale lavorano sempre più in gruppi da tre a dieci specialisti, che lavorano in rete condividendo alcune figure, come farmacisti o fisioterapisti. Gli studi di medicina generale collaborano con la community, ovvero i servizi di salute mentale, l’assistenza sociale, le farmacie, gli ospedali e le associazioni di volontariato in gruppi denominati Primary Care Networks (PCNs). Dal 2019, i PCN hanno incluso nel loro staff i farmacisti ospedalieri, fisioterapisti, paramedici e social prescriber. Dagli ultimi dati disponibili, a maggio 2020, quasi tutti gli studi medici in Inghilterra si sono riuniti in circa 1.250 reti che coprono una popolazione di 30-50.000 assistiti. L’integrazione sociosanitaria – scrive Agenas – non è forte.
Spagna
Il team di primary health care rappresenta la base del Servizio Sanitario Nazionale. Solitamente le sedi delle cure primarie sono di proprietà pubblica (nazionale, regionale o municipale), ma in alcune realtà anche di enti profit, in partnership con le regioni, che concedono l’uso di strutture private per erogare, in regime pubblico, parte dei servizi sanitari.1Questo assetto, originario degli anni Novanta è il più frequente e omogeneo a livello nazionale. Esistono due tipologie di presidi che erogano cure primarie in Spagna: i centri di primary care, dove svolgono il proprio lavoro in team i medici di famiglia, gli infermieri il personale di supporto; e gli uffici locali di salute, collegati ai primi ma operanti in aree più isolate, con professionisti che offrono servizi di base.