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economia

Il Friuli-Venezia Giulia è la più virtuosa. Basilica a Toscana in fondo alla classifica. Ecco la mappa regionale del Pil durante la pandemia

 

Nell’anno della pandemia il Pil Italiano ha subito una decisa contrazione, fermandosi ad un -7,9% a prezzi correnti, ricalcolato dall’Istat e a -8,9 in volume, cioè con la componente dell’inflazione depurata. Le circostanze eccezionali che nel 2020 hanno generato questo risultato così negativo erano sotto gli occhi di tutti, con imprese costrette a sospendere le attività e lavoratori a casa. Ma se usiamo la lente di ingrandimento sul nostro territorio, come si sono comportate le diverse regioni?

L’Istituto di statistica ha calcolato l’andamento del prodotto interno lordo, a prezzi correnti, relativo alle 21 realtà territoriali (le regioni, appunto, e singolarmente le province autonome di Trento e di Bolzano).

Innanzitutto, i casi virtuosi: il Friuli-Venezia Giulia è la Regione che ha saputo meglio contenere la diminuzione, fermandosi a -6,3%. Dai dati macro non emergono le cause, ma un indizio lo può rilevare la posizione geografica, se è vero che quell’anno è stata la domanda interna a contribuire maggiormente alla riduzione, mentre quella estera e la variazione delle scorte hanno inciso meno.

A seguire si trova Trento, che termina l’”annus horribilis” (il primo del nuovo millennio) “solamente” a -6,6%. Quindi, al terzo posto c’è l’Abruzzo, che con -6,8% mostra già come non vi sia un gradiente territoriale negli andamenti.

Al lato opposto della classifica, invece, si trova la Basilicata, che segna il risultato peggiore in assoluto con -9,3%, seguita dalla Toscana con -8,6 e quindi, terz’ultima, il Veneto con -8,5%.

Queste variazioni indicano una perdita di prodotto complessiva di oltre 140 miliardi, che rapportato alla popolazione nel 2020 di circa 60 milioni di abitanti fanno una contrazione pro capite che sfiora i 2.400€.

Tra le regioni, quella che soffre di meno è la Sicilia, che ha osservato una riduzione per persona che poco superiore alla metà della media nazionale. Non stupisca che anche Puglia e Calabria, ed in generale le regioni del Mezzogiorno, abbiano avuto questa tendenza: partendo da valori di prodotto più bassi, una riduzione complessiva percentuale non così distante ha dato questo effetto.

Dal lato opposto, a Bolzano la contrazione procapite del Pil è stata di oltre 3.800 euro. In Lombardia, la regione che maggiormente contribuisce al prodotto interno nazionale, è stata di 3.200. In termini assoluti, gli oltre 32 miliardi della regione di Milano corrispondono a circa un quarto del totale nazionale, e supera di oltre il doppio la seconda per prodotto interno lordo, il Lazio (-15,4 miliardi).