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cronaca

Dall’inizio della guerra i paesi europei hanno versato 65 miliardi alla Russia. Chi paga la guerra di Putin?

Entro metà luglio, la Commissione europea presenterà un piano di emergenza che permetta ai 27 paesi membri di far fronte ad uno stop alle forniture di gas dalla Russia. Misura necessaria a fronte dei ripetuti tagli alle forniture da parte di Mosca che si sono viste nelle ultime settimane. Oltre che un’arma in mano all’Europa per fermare l’avanzata delle truppe russe, finanziata anche grazie all’acquisto di gas, petrolio e carbone da parte dei governi europei.

Già, ma quanto hanno speso dall’inizio dell’invasione, lo scorso 24 febbraio, le cancellerie dell’Unione per garantire ai propri cittadini case riscaldate durante il prossimo inverno, serbatoi pieni e industrie in funzione? Crea, il Center for Research on Energy and clean Air, ha provato a fare i conti. Ed ha riassunto i risultati in questo video:

Uno studio, chiamato The Russian Energy Export Tracker, realizzato monitorando i movimenti via nave e quelli attraverso i gasdotti. E che ha permesso di determinare come, dall’inizio dell’invasione, i paesi dell’Unione abbiano versato alla Russia 65 miliardi di euro per l’acquisto di fonti di energia. Più nel dettaglio, 35 miliardi per il petrolio, 28 per il gas e 2 per il carbone.

Se la Cina è la principale partner commerciale russa sul fronte energetico, come si vede dal video, al secondo posto c’è la Germania con oltre 12 miliardi. L’Italia, con poco meno di 8 miliardi, si trova invece al terzo posto. Soldi che hanno contribuito a finanziare l’avanzate dell’esercito russo in Ucraina.