Per Mark Twain, “se volessimo capire in cosa consiste davvero la razza umana, dovremmo solo osservarla in tempo di elezioni”. Ottimo suggerimento! Iniziamo col tirando fuori qualche statistica.
Qui entra in gioco lo studio condotto dall’Istituto Cattaneo. L’analisi fa una stima dei possibili risultati delle votazioni, assumendo che la coalizione di centrosinistra includa tutte le forze politiche in qualche modo vicine al Partito Democratico (tranne il Movimento Cinque Stelle) e che la distribuzione territoriale dei consensi rifletta quella registrata alle europee del 2019.
Ragioniamo dunque sulle numeriche dei seggi e sulle dinamiche innescabili nei riguardi delle maggioranze se si dovesse andare al voto oggi.
I numeri delle (ennesime) elezioni anticipate
Nel nostro Paese di certo non ci si annoia. Sono cambiati 14 governi in 14 anni. Se poi si dovesse guardare alla storia moderna, quello di Draghi (con i suoi appena 523 giorni di attività) è il quinto esecutivo decaduto in soli 8 anni. Una storia sbagliata. Bisogna dirlo.
Ma, nelle dinamiche in cui versa il nostro Paese, quali potrebbero essere le future maggioranze? Ce lo dice l’Istituto Cattaneo, che con il suo studio ha appurato che il centrodestra, dominato dal tridente Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, potrebbe raggiungere la maggioranza dei seggi alle prossime elezioni indette per il 25 settembre. Di quanto? Ben 228 seggi alla Camera dei deputati (dove la maggioranza del 50% più uno è a quota 201) e di 117 al Senato (dove la maggioranza si ottiene con almeno 101 seggi).
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E il centrosinistra? Si ipotizzano un 141 seggi alla Camera, 68 al Senato. Ma a riguardo bisognerebbe fare una precisazione. L’analisi assume per il calcolo delle stime: “che nella coalizione di centrosinistra convergano (vengano ammessi) tutte le forze politiche per cui sono state rilevate le intenzioni di voto nel mese di luglio in qualche modo prossime al PD: Sinistra, Verdi, Azione (Calenda), Italia Viva (Renzi), Insieme per il Futuro (Di Maio)”. È chiaro che tali dinamiche non siano da dare per scontate. Attualmente, ad esempio, non è stato ufficializzato alcun accordo tra Azione di Carlo Calenda e le file dei democratici, ma solo tra i primi e +Europa della Bonino. Inoltre, sempre il PD, ha fatto sapere ai renziani di non voler abbracciare la possibilità di far parte (o annettersi) ad una coalizione comune che li comprenda.
Ma i pentastellati? Ecco, secondo quanto riportato dall’Istituto, è proprio il M5S a dover penare la combinazione del voto super anticipato e il mancato rinnovo delle larghe intese con i democratici (che li accusano di aver reso possibile la caduta del governo Draghi). A loro si ipotizza vengano assegnati 29 seggi alla Camera, 13 al Senato.
Ma, nonostante le statistiche, bisogna ammettere che la politica del nostro Paese ci ha abituato a grandi colpi di scena. Alcuni (come i rimpastoni delle maggioranze) degni persino di una soap opera. Quindi non ci resta che osservare – un po’ come ci suggeriva Twain – cosa avranno in serbo queste elezioni. Tanto più perché saranno giocate in una campagna elettorale caldissima, e non solo per la stagione estiva che le farà da sfondo.