L’aumento, pari a circa tre volte tanto, lo si era registrato nel secondo trimestre del 2020, quando si passava dal primo lockdown alla cosiddetta fase 2. Ma anche dopo le riaperture, le chiamate al numero antiviolenza 1522 restano alte. Secondo i dati raccolti e diffusi da Istat, sono pari a circa il doppio di quelle che si registravano prima della diffusione del Sars-CoV-2.
O almeno, come mostra il grafico che apre questo pezzo, sono il doppio rispetto a prima della pandemia le telefonata effettuate per segnalare una violenza da parte di chi questa violenza l’ha subita. Una tendenza simile la si registra anche guardando alle chiamate delle vittime di stalking che vogliono segnalare il fatto al numero antiviolenza 1522.
L’incremento è meno significativo, in termini sia assoluti che percentuali, rispetto a quello registrato per le segnalazioni di violenza. Ma i numeri restano comunque superiori a quelli che venivano registrati prima dello scoppio della pandemia. In controtendenza, invece, le segnalazioni legate a situazioni di emergenza.
I numeri, da soli, non spiegano quali siano le ragioni che stanno dietro a questa contrazione. Ovvero se l’aumento delle segnalazioni dei casi di stalking e di violenza abbia contribuito ad una loro presa in carico che ha evitato che sfociassero in situazioni di emergenza, ovvero se le motivazioni siano da ricercare altrove.
Senza contare che in questi grafici sono state prese in considerazione le sole telefonate. Istat spiega però che nel quarto trimestre 2021 i contatti arrivati attraverso chat sono stati 1.761, in aumento del 93,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ulteriore conferma del fatto che il confinamento all’intenro delle mura domestiche, se da un lato ha contribuito a ridurre la diffusione del virus, dall’altro ha messo in pericolo quelle donne che vivono con uomini violenti.
Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco.