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cronaca

I figli di famiglie più svantaggiate vanno peggio a scuola. Già alle elementari

Un sistema scolastico può essere considerato tanto più equo quanto riesce a contenere l’effetto dell’istruzione dei genitori sul rendimento scolastico dei figli e, soprattutto, quanto più è in grado di ridurlo nel tempo. Ancora non possiamo dire che il sistema scolastico italiano raggiunga questo scopo.
Il 6 luglio 2022 sono stati pubblicati i risultati delle prove INVALSI del 2022, che misurano le performance di bambini e ragazzi in tutta Italia. Le prove hanno coinvolto oltre 920.000 alunni seconda e quinta elementare, 545.000 studenti di terza media e poco più di 953.000 della seconda e quinta superiore.
Risultato: è maggiore la fetta di chi non raggiunge le competenze base fra chi proviene da famiglie svantaggiate economicamente, un trend che si nota in tutti i gradi scolastici, già a partire dalle scuole elementari. In quinta elementare, nelle prove di italiano la provenienza da contesti sociali più favorevoli determina un vantaggio medio a livello individuale di 4,5 punti, in quelle di matematica di 5,6 punti, mentre in quelle di inglese di circa 3 punti in entrambe le prove (reading e listening).

Reddito e sufficienza

Se consideriamo le quote di allievi eccellenti e fragili in base al contesto di provenienza, misurato attraverso l’indicatore ESCS – Economic, Social and Cultural Status, che definisce lo status sociale, economico e culturale delle famiglie degli studenti che partecipano alle prove INVALSI – nel 2022, gli allievi eccellenti sono presenti a livello nazionale in una percentuale più che doppia tra gli studenti provenienti da famiglie avvantaggiate rispetto a quelle meno favorite, e di quasi dieci volte rispetto a quelle di cui non si dispone delle informazioni circa il background di provenienza. L’indicatore utilizzato è la dispersione implicita, la percentuale di studenti che terminano il loro percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali in nessuna delle tre materie monitorate: italiano, matematica e inglese. Le quote di ragazzi che non raggiungono la sufficienza in nessuna materia per fasce socio-economiche passano dal 5,6% fra i ragazzi di famiglie con status sopra la media, al 12% di quelli provenienti da famiglie con status sotto la media, al 20% fra i ragazzi sulle cui famiglie non si hanno informazioni.
L’ESCS considera lo status occupazionale dei genitori, il livello d’istruzione degli stessi espresso in anni d’istruzione formale seguita calcolati secondo standard internazionali e il possesso di alcuni beni materiali intesi come variabili di prossimità di un contesto economico-culturale favorevole all’apprendimento.

Già in quinta elementare i rendimenti medi rispetto al titolo di studio sono molto diversi, e la distanza tra di loro tende ad aumentare con il passare degli anni di scuola, anziché a diminuire, al crescere dei gradi scolastici considerati. Se consideriamo la distanza in termini di rendimenti medi degli allievi che provengono da famiglie il cui titolo di studio è la licenza media con quelle dove almeno un genitore è laureato, in matematica questo gap rimane pressoché invariato dalle elementari alle superiori, mentre in Italiano e in Inglese addirittura si allarga.

Il sud più indietro
Inoltre, il Meridione continua a mostrare in media – tranne qualche eccezione – dei risultati peggiori rispetto al centro-nord. La Campania è la regione in cui questa fragilità scolastica arriva a interessare uno studente su cinque. In Sardegna, a differenza di quasi tutte le altre regioni, la dispersione implicita è addirittura cresciuta rispetto al 2021.
Anche il gap territoriale emerge già in seconda elementare. Nel complesso circa 3 bambini su 4 (72%) raggiungono il livello base in italiano e matematica (dalla fascia 3 in su), con criticità in Calabria e Sicilia, dove un bambino su tre presenta risultati in fascia 1 e 2, quindi al di sotto del livello minimo ritenuto sufficiente.

Sempre in quinta elementare, 2 bambini su 10 non raggiungono il livello base di competenze richieste in italiano, e uno su 3 in matematica, con Calabria, Sicilia e Sardegna che ottengono risultati sotto la media nazionale. In inglese i bambini se la cavano piuttosto bene, con il 94% di loro che raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è l’85% degli allievi (+6 punti rispetto al 2018) a raggiungere il prescritto livello A1. Ma anche qui, nelle regioni del nord e del Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 95-96%, mentre al Sud circa il 92%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l’85-90% al Nord e al Centro, mentre circa il 75% al Sud.