Nel 2021, 18,2 milioni di famiglie (70,8% del totale) sono proprietarie dell’abitazione in cui vivono, mentre 5,2 milioni (20,5%) vivono in affitto e 2,2 milioni (8,7%) dispongono dell’abitazione in usufrutto o a titolo gratuito. Questi sono alcuni dei numeri emersi nel corso dell’audizione del 6 settembre dell’Istat al Ministero del lavoro che aveva come oggetto l’emergenza della casa. Sono stati infatti condivisi alcuni dati sulle spese per l’abitazione che comprendono condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, telefono, affitto, interessi passivi sul mutuo. Tutte voci cioè che rappresentano una parte significativa del bilancio familiare e possono incidere soprattutto sulle capacità di spesa delle famiglie meno abbienti. Secondo i dati EU-SILC, una famiglia spende in media 320 euro mensili, a fronte di un reddito netto pari a 2.734 euro mensili nell’anno solare precedente
579 euro
Chi è in affitto spende di più. Le famiglie in affitto spendono mediamente 579 euro al mese, mentre quelle proprietarie vedono più che dimezzare l’importo, a 263 euro. Quest’ultimo valore risulta superiore quando la casa è soggetta a mutuo (377 euro);
749 euro.
Con il mutuo sale ancora. Se inoltre si considera tra gli oneri relativi all’abitazione anche la restituzione della quota in conto capitale compresa nella rata di mutuo, la spesa sale di molto, arrivando a 749 euro. Le famiglie in usufrutto spendono, invece, un ammontare decisamente inferiore (172 euro).
32,3%
Come cambia la spesa media per l’abitazione rispetto al reddito? La spesa media per l’abitazione varia in misura ridotta in funzione del reddito disponibile delle famiglie: si va dai 288 euro per le famiglie meno abbienti ai 363 euro per le famiglie più benestanti. Ne risulta che, al variare del reddito, l’incidenza delle spese per l’abitazione sia fortemente eterogenea: dal 32,3% per le famiglie più povere, al 17% per quelle del secondo quinto, sino al 6,6% per quelle più abbienti. La quota delle spese per la casa sul reddito risulta dunque, per le famiglie del primo quinto, circa 5 volte superiore rispetto a quelle dell’ultimo.
27,9%
Lo svantaggio di vivere in affitto. L’incidenza delle spese per l’abitazione è ovviamente più alta per le famiglie in affitto, arrivando a quasi un terzo del loro reddito (27,9%), valore superiore anche a quello delle famiglie proprietarie con mutuo al lordo della quota in conto capitale (21,1%).
2,5 mln
Le famiglie più in difficoltà. Un indicatore di interesse è rappresentato dalla quota di famiglie in sovraccarico,
ovvero con una quota di spese per l’abitazione sul reddito disponibile uguale o superiore al 40%. Quasi 2 milioni e 500 mila famiglie (9,9% del totale) si trovano in queste condizioni. In particolare, emerge la situazione delle famiglie con reddito netto equivalente inferiore al primo quintile della distribuzione (36,6%) e, certamente, di quelle in affitto (32,3%). Rispetto alla tipologia familiare, valori elevati di questo indicatore si osservano di nuovo per le persone sole (18,3%) – in particolare quelle con meno di 35 anni (30,8%), a conferma delle difficoltà incontrate dai più
Istat per concludere ricorda che, nel prossimo autunno, saranno diffusi i dati del “Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni”, che offrirà un quadro statistico aggiornato sulle condizioni abitative delle famiglie4
Per approfondire.
A proposito della povertà abitativa, cosa è l’Housing First?
Scopri quanto è vecchio il patrimonio residenziale europeoQuanto costa in Italia vivere in una casa?