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politica

Elezioni, l’astensionismo vince solo quando cambia la Repubblica

Alla fine della prima Repubblica e, in maniera ben più marcata, al tramonto della seconda. Sono questi i momenti in cui l’astensionismo è stato il primo partito. Ovvero in cui il numero delle persone che hanno scelto di non recarsi alle urne è stato più alto di quelli che hanno scelto di sostenere la singola forza politica che ha ottenuto più consensi.

Ad una settimana dal voto del 25 settembre, InfoData fa i conti con quegli italiani e quelle italiane che scelgono, o che ci sono in qualche modo costretti perché fuori sede, l’astensione. La scelta è stata quella di estrarre i dati relativi al voto per la Camera dei Deputati, per la quale prima dell’ultima riforma costituzionale votavano tutti i maggiorenni, dal 1948 ad oggi. Informazioni disponibili sul portale storico delle elezioni gestito dal ministero dell’Interno.

Il risultato è rappresentato sull’infografica che apre questo pezzo. La linea blu rappresenta i voti, in numeri assoluti, ottenuti dal partito che ha ottenuto il maggior numero di voti. Fino al 1992 si è trattato della Democrazia Cristiana, da lì al termine degli anni ’10 è toccato alla principale forza delle coalizioni di centrodestra o centrosinistra che si sono contese la vittoria, mentre nelle due ultime tornate elettorali è stata la volta del M5S. La linea rossa indica invece il numero di italiani e italiane che non si sono recate alle urne.

Come si può vedere, un primo sorpasso di questi ultimi è avvenuto nel 1996, quando a vincere fu il centrosinistra guidato da Romano Prodi. Queste elezioni, come quelle che due anni prima diedero il potere a Silvio Berlusconi, furono certamente influenzate da quello che successe nel 1992: Tangentopoli a Milano e le bombe mafiose a Palermo. Sono stati gli appuntamenti elettorali che hanno visto il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica.

E proprio con la fine di quest’ultima, che ha visto l’addio al bipolarismo con l’affermazione dei Cinque Stelle, coincide il secondo momento in cui l’atensionismo diventa il primo partito. Perché sì, nel 2018 i grillini ottennero 10,7 milioni di voti. Ma ci furono anche 12,6 milioni di italiani che scelsero di andare al mare il giorno dell’apertura delle urne.

Una cifra impressionante: è come se il prossimo 25 settembre tutti gli elettori di Lombardia e Lazio scegliessero di astenersi. Soprattutto, una cifra in costante aumento almeno dalla seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso. InfoData ha messo a confronto aventi diritto il voto ed astenuti in questo grafico:

Il numero di aventi diritto al voto è ovviamente andato crescendo, visto l’aumento della popolazione italiana nel corso dei decenni. Quello degli astenuti, però, ha avuto una crescita più ampia: nel 1948 furono appena il 7,8% del totale, nel 1976 erano addirittura scesi al 6,6%. Da quell’occasione è però iniziata una crescita che ha portato a non recarsi alle urne il 27% della popolazione. Più di uno su quattro, insomma, l’ultima ha volta ha scelto di non votare. Quanti saranno domenica prossima?